Accesso ai soli abbonati per le ultime gare di campionato. Il parere: «Ipotesi non percorribile»

di Matteo Maiorano – Sarà tutto inevitabilmente diverso. Basterà voltare lo sguardo verso quelle curve un tempo gremite in ogni ordine di posto, per ritrovarsi a lottare anche contro le proprie certezze. Il campionato che ripartirà non sarà più come lo abbiamo lasciato e i calciatori, al netto di stipendi faraonici legati ai grandi nomi, tornano ridimensionati. Niente più eroi ma professionisti, i quali correranno dietro il pallone tra le urla di tecnici che dovranno lavorare soprattutto sulla coesione del gruppo. Riccardo Cardasco, al tempo medico sociale della Salernitana, mette sotto la lente d’ingrandimento gli stessi tesserati: «Sotto il profilo atletico sarà dura riprendere la forma, nonostante gli allenamenti collettivi siano iniziati già da alcune settimane. Il clima è l’ultimo dei problemi: dovremo valutare le condizioni sanitarie del Paese a luglio». Contratti in scadenza, rischio infortuni e incontri ravvicinati saranno solo alcuni degli argomenti che riempiranno le agende degli addetti ai lavori: «Sarà un torneo che, nonostante il duro lavoro messo in campo per la ripresa, difficilmente rispecchierà il reale valore degli organici. Non trascurerei il fattore psicologico: coronavirus a parte, i calciatori non vorranno mettere a repentaglio neanche una futura finestra di mercato. Parliamo di professionisti ai quali un infortunio potrebbe costare la carriera. Finendo ad agosto i margini per le trattative, a prescindere dal termine ultimo della finestra di mercato, sarebbero ridotti. Presumo che avremo meno interventi duri e maggiore attenzione ai contatti fisici». Sulla possibilità di rivedere, magari in coda al torneo, i soli abbonati sugli spalti, Cardasco storce il naso: «Ipotesi poco lucida. Il calcio non è teatro ma aggregazione: non possiamo mandare addetti al controllo del rispetto della distanza di sicurezza, escludo la possibilità». Il medico sta portando avanti un’iniziativa nel cuore del Mali: a Bamako decine di bambini hanno ricevuto materiale sportivo ma non solo, proveniente dalla raccolta fondi promossa dallo stesso Cardasco. Presso il centro Sadio Diarra, attivo nel cuore della Capitale africana, sono arrivate 126 divise e in cantiere ci sono altri progetti interessanti: «L’idea è quella di fondare una Onlus e raccogliere ulteriori fondi per la costruzione di un campo in erba sintetica a Bamako. Le adozioni restano invece attualmente sospese».

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