Basket Scafati, Luigi Sergio: «È un’opportunità per tutti Sulla carta roster interessante»

di Matteo Maiorano

La pallacanestro vuole ripartire. I diversi mesi di inattività non hanno scalfito la grande voglia dei cestisti, molti dei quali hanno continuato ad allenarsi in forma individuale, che ora non vedono l’ora di posare i piedi sul parquet per riassaporare quelle sfide su cui poggia il loro lavoro. Luigi Sergio, 32enne ala di Maddaloni, è pronto a prendersi la scena in un Pala Mangano che attende la naturale ripresa dell’attività con grande trepidazione. «Fa dell’intraprendenza e dell’energia le sue armi migliori: sarà presto uno dei veterani del nostro spogliatoio, uno dalla leadership innata». Musica e parole di coach Finelli, che coccola a distanza la sua ala in attesa di vederlo all’opera a Scafati.


Perché ha scelto Scafati?


«I gialloblù sono stati tra le società più attive sul mercato. Ritengo di poter contribuire alla realizzazione degli obiettivi del club, condividiamo le medesime ambizioni».


L’ultimo anno a Ravenna ha avuto modo di giocare con Thomas e Marino, suoi futuri compagni di squadra a Scafati. È un fattore che inevitabilmente ridurrà i tempi di amalgama dello spogliatoio?


«Quella romagnola è stata un’annata molto positiva, ha acceso i riflettori su di noi, sarà un piacere giocare insieme. Ritrovo con piacere anche Benvenuti, con il quale ho condiviso un’ottima esperienza a Bergamo. L’aver giocato insieme aiuta ad oliare gli ingranaggi, ma c’è da fare i conti con il lavoro del coach, imparare nuovi schemi e mettere in pratica le sue idee tattiche. Il roster avrà una nuova identità, a prescindere dagli interpreti. Ci vorrà del tempo affinché cresca l’affiatamento del collettivo».


Il coach da queste colonne l’ha spesso lodata per le sue qualità umane e sportive.


«Le parole del mister mi lusingano. Amo mettere in campo tutto me stesso: agli occhi dei tifosi emerge lo spirito di sacrificio, che va al di là delle prestazioni individuali. Credo sia venuta fuori una squadra che ha un’attitudine mentale al lavoro che può portare molto lontano. Scafati sarà un’opportunità per tutti».


Ha già parlato di programmi con Nello Longobardi?


«L’ho sentito appena dopo la firma: il presidente è fantastico, molto legato alla squadra. Ha messo sul piatto la qualità di un roster invidiabile, ora vuole i risultati».


Lei è stato capitano di Bergamo, una realtà nella quale lo sviluppo del virus è stato feroce.


«È la città che ha sofferto più di tutte. Sono in contatto con tante persone, è stato un periodo difficile, la paura c’è ancora. Ho avuto modo di conoscere la realtà bergamasca, il virus ha colpito alcuni tifosi che conoscevo. Il titolare di un pub che frequentavamo dopo la partita è venuto a mancare, è stato un lutto tremendo. Prego per l’intera area: vedere le bare che portano via le salme è stato un colpo al cuore che non dimenticherò mai».

Il basket è un fatto sociale: può aiutare ad uscire dalla paura?


«Lo sport sarà un fattore di rinascita. Vorrei riuscire a trasmettere il mio entusiasmo ai tifosi. La gente ha bisogno di speranza, ma il peggio è alle spalle».

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