Covid: a Napoli in piazza protesta parrucchieri, siamo rovinati

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Piazza del Plebiscito trasformata in un coiffeur a cielo aperto, con una sedia da barbiere e un registratore di cassa calpestato, ma ben chiuso in una busta di cellophane per evitare di sparpagliarne i pezzi, in segno di protesta. La categoria dei parrucchieri e dei centri estetici manifesta così a Napoli dopo la chiusura forzata prevista per dalle ultime misure del Governo per le zone rosse. Scendono in piazza circa 300 esercenti, in rappresentanza di 16mila imprese e circa 60mila tra addetti diretti e indiretti nel territorio, che denunciano una perdita di 20 milioni di fatturato. L’iniziativa, organizzata da Confesercenti, Assoestetica, movimento ‘Stamm ca’ e altre sigle del settore, si è conclusa con un incontro in prefettura. Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal dirigente Dario Annunziata, in rappresentanza del prefetto Marco Valentino, al quale hanno chiesto di girare le istanze al Governo e al ministero dell’Economia, auspicando una immediata riapertura. “Non è più possibile tenere fermo il settore – sottolinea il presidente di Confesercenti Campania, Vincenzo Schiavo – molti di loro non riescono a pagare i fitti e le utenze e rischiano di chiudere per sempre. Tra l’altro questa categoria ha già dimostrato di poter lavorare in sicurezza durante il lockdown”. Si protesta anche per i ristori, considerati ancora una volta insufficienti. “Il Governo doveva dare il 30% del fatturato – ricorda Schiavo – ma ha dato un misero 7% sulle perdite dello scorso anno, poco più di 2.000 euro per ogni impresa”. Oltre al danno, c’è anche la beffa degli abusivi, che continuano a lavorare a domicilio, violando le norme e senza garanzie per la propria salute e quella dei clienti. “Ci siano più controlli ma ci diano la possibilità di riprendere a lavorare in sicurezza – dice Nicola Diomaiuta, presidente regionale del settore Immagine e Benessere di Confesercenti – abbiamo speso tantissimo per dotarci di tutti i dispositivi necessari, ma non è servito a nulla. Gli abusivi rappresentano una vera emergenza, che sta toccando numeri esagerati perché le persone hanno comunque bisogno dei servizi che offriamo”. Giulia Campanile, titolare di un centro estetico a Napoli, parla di “situazione assurda” e di un “Governo di incapaci. E’ inconcepibile far chiudere noi e consentire gli assembramenti per strada. Non ne possiamo più. Il mio centro è di 250 metri quadrati, ho speso 6.000 mila euro per adeguarlo alle norme anti-Covid, se non sono in grado di ristorarci ci facciano riaprire”. Antonio Imperiale, che ha un coiffeur nel quartiere Pianura a Napoli, sostiene che ci siano lavoratori di serie A e altri di serie B. “Vediamo calciatori, politici e personaggi dello spettacolo con acconciature ben curate – evidenzia – mentre noi siamo costretti a restare chiusi. Per sopravvivere saremo costretti tutti a chiudere la partita Iva e lavorare anche noi come abusivi a domicilio”.

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