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Del Basso De Caro (PD): Landolfi sa che faccio politica per passione, non per tornaconto personale

di Marcello D’Ambrosio

Umberto del Basso De Caro, deputato dal 2013 e nel governo Renzi sottosegretario di Stato alle Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, replica alle dichiarazioni di Nicola Landolfi, presidente della assemblea regionale del Pd campano, sullo scioglimento dell’assemblea dopo il venir meno del numero minimo dei componenti e sul conseguente commissariamento del partito. Insieme alle dimissioni dall’assemblea di De Caro, anche quelle di Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale della Campania. De Caro è stato candidato alle ultime primarie per l’elezione del segretario regionale del Pd campano, ma è stato battuto dal candidato deluchiano Leo Annunziata, che due mesi fa ha rassegnato le dimissioni.

Quali sono le motivazioni alla base della sua decisione di dimettersi dall’assemblea regionale del Partito Democratico?

Ho rassegnato, in data 1° giugno u.s., le dimissioni dall’Assemblea Regionale ritenendo necessario aprire una fase nuova con un confronto alto e scevro da pregiudizi.
Ho registrato chiusura ed indisponibilità al dialogo di talché non ho avuto altra scelta.
Il mio esempio, tuttavia, è stato seguito da ben diciannove componenti che hanno, di fatto, prodotto lo scioglimento dell’Assemblea per mancanza del quorum costitutivo e deliberativo.

Dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno, il presidente dell’assemblea regionale Nicola Landolfi accusa lei ed Oliviero di voler “creare un polo che tenta di riposizionare in vista dei prossimi appuntamenti politici, nei quali ci sarà maggiore difficoltà ad essere rappresentati. Cercano un posto al sole”. Le va di ribattere?

Landolfi mi conosce molto bene e sa perfettamente che faccio politica da decenni per passione e non per tornaconto personale.
Sa anche molto bene che ho vissuto sempre per la politica e mai di politica.

Sempre Landolfi: “Sin da quando abbiamo provato a convocare l’assemblea per la nomina di un nuovo segretario alcune componenti del partito hanno posto una serie di problemi formali per evitare che ci si potesse riunire”. Si riferisce anche a lei?

La prima convocazione dell’Assemblea, in via telematica, nel mentre in tutta Italia erano venute meno le restrizioni sin dal 1° di aprile, presentava tali e tante illegittimità da essere annullata dalla Commissione Regionale di Garanzia con delibera n. 33 del 6 aprile 2022, ribadita dalla Commissione Nazionale di Garanzia in data 6 aprile 2022.
In quella occasione unitamente agli amici Gennaro Oliviero e Camilla Sgambato ho proposto il ricorso, puntualmente accolto.

Ritiene che il commissario, che probabilmente si insedierà dopo il voto amministrativo, dovrà traghettare il PD campano fino alle elezioni politiche del 2023?

Sarebbe auspicabile che il Commissario che sarà nominato possa indire il Congresso Regionale entro il corrente anno ma, per esperienza, temo che resterà in carica fino alle elezioni politiche del 2023.
E, dunque, dopo le elezioni politiche celebreremo i Congressi Regionale e Nazionale.

Esiste, secondo lei, una sovrapposizione tra il ruolo istituzionale del presidente De Luca e il PD campano?

Il Presidente De Luca, ufficialmente non prende parte alla vita del PD Campano ma alcuni suoi collaboratori pesano sulle vicende del Partito in maniera significativa.
E’ certamente auspicabile tenere distinto il Partito ed il suo ruolo nella società campana dall’Istituzione Regionale che il Presidente De Luca guida.
Le sovrapposizioni rischiano di indebolire sia il Partito che l’Istituzione.

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Redazione