Dimora Nannina, il gusto del mare alle falde dei Picentini

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Dimora Nannina è un locale che nel giro di pochi anni è riuscito a divenire un riferimento, nel salernitano, per coloro che vogliono gustare piatti di mare che, pur nel loro indubbio approccio innovativo e a volte anche incline ad assecondare le nuove tendenze, non perdano di vista la tradizione e, soprattutto, una scrupolosa centralità della materia prima.

Il locale di Gianpaolo Zoccola , giovane e promettente chef-patron, è raccolto e curato: curiosamente, a differenza di quanto potrebbe sembrare dal menù, non siamo a Marina di Vietri o Cetara bensì a Filetta di San Cipriano, alle falde dei Picentini. E tutto questo rende certamente l’esperienza particolarmente poco mainstream.

Ci si accomoda all’interno, in una saletta accogliente (calorosa quanto basta ma senza cedere alle tentazioni del kitsch), oppure in veranda e, perché no, quando il tempo lo consente, anche all’esterno, per, poi, partire con i percorsi degustativi: grande attenzione è rivolta, innanzitutto, ai panificati, realizzati artigianalmente, d’ispirazione vagamente domestica, senza effetti pirotecnici ma con notevole cura: focaccina al lievito madre, pane integrale e panini al pomodoro, grissini allo strutto tirati a mano, pagnotta al lievito madre


In abbinamento un olio evo Dop del Cilento, il Terramare dell’azienda Malandrino: l’obiettivo – spiega lo chef – è quello di puntare a costruire una carta degli oli ancora più strutturata (cosa che, certamente, potrebbe conferire un ulteriore upgrade al locale).

Lo stuzzichino di benvenuto è a base di pane, burro e alici, mazzancolla locale panata al pane panko con salsa ai crostacei, e una più corposa polpettina di melanzane con pomodoro San Marzano e crema al parmigiano.

Per gli amanti delle tartare c’è una triade difficile da farsi scappare: di salmone norvegese, di tonno rosso e di gambero rosso.

Il prosieguo è ancora all’insegna dell’innovazione, con una riuscita fusione tra sapori nordici e partenopei: bun al nero di seppia ripieno di hamburger di salmone norvegese, crema di gorgonzola e broccoli (friarielli) scoppiettati.

Un’anticipazione molto decisa di primavera, del resto non troppo azzardata considerato il clima di quello che fino a pochi giorni fa è stato un marzo sotto le mentite spoglie di gennaio con un carciofo arrosto ripieno di baccalà, salsa alle alici e tarallo napoletano.

E, poi, come non dimenticare il polpo cbt alla brace, e poi ripassato sui carboni, con zuppetta di fagioli cannellini, scarola stufata alla partenopea e cozze.

Imponente e sontuoso proprio come la sagoma dei Picentini sulle cui pendici sorge il locale, il cavallo di battaglia di casa Nannina: tagliolino all’uovo con gambero crudo, cacio, pepe e tartufo.

Per i secondi, c’è l’imbarazzo della scelta sulla base del pescato del giorno.

La chiusura è affidata ai dolci della casa: quella più gettonata, nel menù invernale, è una cheesecake con latte di bufala mantecato, crumble croccante alla nocciolagel ai frutti di bosco.

Il tutto può essere innaffiato da vini prevalentemente di territorio, senza tralasciare uno spazio anche per buone etichette nazionali ed estere.

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