Don Chisciotte abbraccia la commedia dell’arte

di Luana Izzo*

E’ un piacere oggi ritrovare nella nostra rubrica Valentina Mustaro, direttrice del teatro La Ribalta di Salerno, una piccola casa del teatro che offre tante e grandi possibilità, formazione, spettacoli, il cui cuore è dedicato alla commedia dell’arte.

Valentina, tu sei regista, formatrice, attrice, sceneggiatrice, con la tua compagnia lavori ardentemente e a ritmo serrato su più fronti ma oggi siamo qui per presentare il tuo ultimo lavoro, di cosa si tratta?

«Si tratta di una rivisitazione del Don Chisciotte di Miguel Cervantes: ho voluto creare un copione teatrale a partire dal romanzo originale per poi lavorare sulla messa in scena in chiave commedia dell’arte utilizzandone le maschere tipiche e la gestualità che la caratterizza».

Adattare un testo teatrale alla commedia dell’arte cosa implica?

«Occorre dare molta importanza al sottotesto, cioè a ciò che non viene esplicitamente detto, e ai movimenti che sono molto evocativi e non didascalici che richiedono una grande abilità fisica dell’attore in quanto vi sono veri e propri momenti acrobatici».

Come mai hai scelto proprio il Don Chisciotte?

«Ho pensato che si adattasse molto bene alla commedia dell’arte. Don Chisciotte è un uomo che lavora molto con la fantasia, si immedesima talmente tanto nei romanzi cavallereschi che legge da credersi un cavaliere e scambiare locande per castelli, mulini a vento per giganti da combattere, insomma trasforma la realtà intorno a sé un po’ come avviene nella commedia dell’arte che è un genere che gioca molto sulla contrapposizione tra immaginazione e realtà andando oltre lo spazio scenico fisico dell’attore che rende viva l’interpretazione attraverso la mimica, il movimento».

Questo spettacolo, inoltre, s’intreccia con l’arte di De Chirico, una cosa molto particolare, raccontaci…

«Sì, lo spettacolo è stato inserito nell’ambito di una mostra che si farà al Marte di Cava su De Chirico e questo perché ho immaginato che la storia si svolgesse proprio in un quadro di questo pittore e sia la scenografia che i costumi si rifanno ai suoi quadri in un gioco di contrapposizioni fra vecchio e nuovo, classicità e modernità che sono presenti sia nel romanzo di Cervantes sia nelle opere di questo grande artista».

Il finale dello spettacolo non rispecchia quello del romanzo, giusto?

«Senza svelarlo, ti dirò che viene presentata una metafora che ci tocca molto da vicino: come Don Chisciotte combatte nella sua vita, così l’attore combatte quotidianamente per i suoi ideali, i suoi principi come in una meravigliosa avventura che vale sempre la pena di combattere».

Oltre a questo avvincente spettacolo andato in scena il 23 e il 24 novembre presso il teatro La Ribalta quali altre attività state svolgendo?

«Stiamo procedendo con i laboratori teatrali per tutte le età, con la Rassegna Teatrale “I diversi volti del teatro” caratterizzata da dieci spettacoli tutti di generi differenti ed infine con la rassegna “Piccole emozioni” dedicata ai bambini con fiabe rivisitate da noi proprio per loro».

*Officina teatrale Primomito

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Redazione