Draghi, De Luca lo Sputnik e le scuole

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Il premier Draghi in un solo colpo ha lanciato due messaggi a Vincenzo De Luca. Con un unico comune denominatore: ‘stavolta decido io’. Un guanto di sfida che il primo ministro ha lanciato al governatore della Campania. Mai successo fino ad oggi, neppure quando al governo c’erano politici ostili a Vincenzo De Luca. Sulle scuole e sui vaccini Draghi ha messo le cose in chiaro. Un po’ come ha fatto verso Salvini che dovrà mangiarsi il rospo sul prosieguo della zona rossa e arancione fino a fine aprile. Partiamo dalle scuole. Nel pieno della conferenza stampa delle ore 14,00 di venerdì scorso (poco prima del consueto monologo di De Luca sui social), Draghi ad una domanda di un giornalista campano rassicura: “Si cambierà metodo”. Insomma la Campania da dopo Pasqua – salvo naturalmente cambi di rotta – si dovrà adeguare alle decisioni nazionali su aperture e chiusure. Niente più ordinanze a raffica, si seguirà uno schema generale che per ora prevede – secondo il nuovo Dcpm (l’ennesimo) in arrivo, la didattica in presenza fino alla prima media. Ma non è il solo terreno di scontro. Il più scivoloso quello relativo ai vaccini. O meglio alla volontà del governatore della Campania di far da sé acquistando il russo Sputnik. Insomma nel solco della strada che già mesi fa fu tracciata per poi essere bloccata dal governatore del Veneto Luca Zaia. Anche in questo caso Palazzo Chigi avrebbe messo le cose in chiaro: le Regioni – compreso De Luca – non vadano in ordine sparso. Ma nella tarda serata di venerdì da Palazzo Santa Lucia si rilancia: «La Regione ha siglato dei cosiddetti “accordi congelati”, che cioè saranno attuati non appena l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) darà l’approvazione all’uso del farmaco». Ma intanto come avviene ormai da dodici mesi a questa parte mentre la politica litiga e studia, il Paese muore. Sputnik o no sarebbe il caso di decidere come e quando avviare l’unica cosa che serve, una campagna di vaccinazione senza confini, categorie o roba del genere. Insomma sposare a pieno l’unica cosa intelligente detta nell’ultimo anno: il primo che passa si vaccini. Troppo facile per combattere il virus, meglio pensare ad altro. Semmai a nuovi colori, nuove restrizioni con una nuova girandola di dichiarazioni contrastanti di virologi, esperti e così via.

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