E speriamo che sia femmina!

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Ero abituato, da sempre, a caricarmi di energia e tensione, camminando sul palcoscenico, a sipario chiuso, con la sala piena, pochi istanti prima di cominciare lo spettacolo… sentire il garbato brusio degli spettatori, avvertire quella loro impalpabile ansia che accompagna l’attesa… l’ignoto! Poi si apriva il sipario e la vita si trasformava in racconto, il racconto in emozioni e le emozioni in poesia!

In questo ultimo anno, mi è capitato di provare a risalire sul palcoscenico, chiudere il sipario e aspettare… ho sentito un silenzio triste, angosciante!… allora ho aperto il sipario e ho visto la sala vuota, e il silenzio è diventato assordante, un grido di dolore! Quella che sta imperversando nella nostra vita, è una vera tempesta che ci scuote, ci agita e ci rende fragili, vulnerabili. Ho provato un profondo senso di scoraggiamento… Poi, d’improvviso, mi sono ritornate alla mente le parole del Mahatma Gandhi: “La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia.” Ed allora ho provato a fare la cosa che più di tutte mi carica di energia: ritornare con la mente al Teatro! Quello che ho fatto, quello che stavo facendo, quello che sogno di fare… il Teatro delle parole e della musica, il Teatro antico, quello della tradizione, il Teatro dell’innovazione, insomma il Teatro!

E in questo straordinario viaggio nei ricordi, mi son tornate pagine di drammaturgia, su cui ho lavorato, che oggi mi hanno fatto riflettere, come un passaggio del Coro di “Donne al parlamento” di Aristofane: “No, mai non sarò sazia io della danza, né potrà la fatica i miei ginocchi abbattere. Sento in me la baldanza d’affrontare ogni evento con queste ardite donne: esse hanno carattere, esse han grazia, saggezza, cuor saldo, patriottico valore ed ardimento.” Ed ho pensato che in questa Antistrofa, si racchiude una sacrosanta verità: la forza, l’energia, la capacità di risollevarsi dalle avversità, la determinazione e il coraggio maggiore è delle donne! E’ la storia che ce lo insegna e il Teatro ce lo racconta, sono le donne le più valorose, sono loro che con più coscienza imparano a ballare sotto la pioggia!

Casualmente mi accorgo che oggi è l’8 marzo, ma non mi piacciono le feste, ghettizzano! Io so con certezza che questi pensieri li ho dentro di me e appartengono ad un mio modo di essere, un modo di essere che nasce dal rispetto e dall’amore che ho sempre provato per mia madre, mia moglie e le mie due figlie (immerso in un universo al femminile!)

E se potessi esprimere queste mie sensazioni in versi, userei sicuramente quelli di Alda Merini: “Sorridi donna /sorridi sempre alla vita / anche se lei non ti sorride. / Sorridi agli amori finiti / sorridi ai tuoi dolori / sorridi comunque. / Il tuo sorriso sarà / luce per il tuo cammino / faro per naviganti sperduti. / Il tuo sorriso sarà / un bacio di mamma, / un battito d’ali, / un raggio di sole per tutti.”

Si (ri)aprirà il sipario, si (ri)accenderanno le luci… il Teatro (ri)nascerà.. E speriamo che sia femmina!

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