«Emozione nel ‘94 ma nel ‘98 abbiamo fatto la storia»

di Matteo Maiorano

Un club a suo nome, due promozioni e tantissima passione. Vittorio Tosto ha lasciato il segno nella città dell’ippocampo. In quattro campionati ha collezionato più di cento presenze, contribuendo in maniera importante alla stesura di pagine storiche per la piazza granata negli anni ‘90.

Oggi consulente di mercato, Vittorio ripercorre le tappe che lo hanno portato a Salerno ed il rapporto con la piazza.

Chi chiamò Vittorio Tosto nel ’93 per proporgli di giocare all’Arechi?

«Mi telefonò Renzo Castagnini, allora direttore sportivo della Salernitana, per sondare la mia disponibilità. Non ricordo cosa mi disse, ma non mi propose né progetti a lungo termine o campionato da vertice. Quello che accadde colse impreparati anche noi calciatori. Io avevo 19 anni, giocavo nella primavera della Fiorentina prima di approdare a Salerno».

A quale campionato è legato maggiormente tra i due vinti?

«Quello vinto nel ’94 è stato emozionante perché vinto tramite play-off. Abbiamo trionfato in finale, al San Paolo, con 40mila tifosi al seguito. È ovvio che quella di maggior prestigio è stata quella del ’99: abbiamo riportato Salerno al top in Italia dopo 55 anni. La prima promozione è stata emozionante, l’altra più intensa e storica. Dalla C alla B ci sono riusciti in molti, dalla B alla A in pochi».

Com’era Rossi durante gli allenamenti?

«Non parlava. Era un vincente silenzioso. Poche chiacchiere e tanto lavoro. Era un maniaco del lavoro. Noi eravamo una famiglia: nello spogliatoio si respirava un bel clima. Ricordo ognuno dei calciatori: forse senza Tudisco e Grimaudo non avremmo raggiunto certi risultati. Tenevano vivo lo spogliatoio. Gli allenamenti di Rossi erano ultramoderni, all’avanguardia. La mentalità costruita con Rossi in C è proseguita per un decennio. Abbiamo costruito le basi per i successi futuri».

A Salerno c’è un club dedicato a Vittorio Tosto…

«Salerno è la mia seconda casa. Sono in città spessissimo. Sono legato a questi colori. Il club a mio nome mi inorgoglisce molto. Ringrazio infinitamente il presidente Antonio Guariglia, che ne ha fortemente voluto la fondazione. Dopo tanti anni essere ricordato così mi fa enormemente piacere. Salerno si è legata a Tosto perché i risultati sono stati storici: abbiamo vinto due campionati, dalla C alla B fino alla A. Io e Breda siamo forse stati gli unici a fare questo doppio salto. Nella mentalità salernitana mi rispecchio molto. Ho sempre grande rispetto dei tifosi e della città. Con il tempo sono diventato stesso io un tifoso granata. Riportare la piazza in serie A dopo 55 anni ti porta a ricevere una certa riconoscenza. È grazie alla Salernitana se io sono riuscito poi ad avere un’ottima posizione nel calcio. Mi ha dato l’opportunità di diventare grande. Io questo lo riconosco alla città. Di conseguenza la piazza apprezza me».

Un legame, quello con Salerno, viscerale…

«Il 21 sono venuto a seguire la processione di San Matteo. Quello con Salerno è un legame che parte dal calcio per arrivare al tessuto cittadino. Sono venuto a fare un giro, ho mangiato una pizza in centro ed ho dormito in città. Quando posso vengo sempre con piacere, perché ho tanti amici lì».

Tosto ha ribadito spesso la sua posizione contro quelle che sono le politiche della società ed in particolare di alcune dichiarazioni di Lotito…

«Fino a qualche mese fa ho spesso sottolineato questa mia posizione. Non ero in linea con il suo modo di criticare i tifosi, c’è stata una diatriba tra Claudio Lotito e la piazza. Lotito parecchie volte ha attaccato la città e la tifoseria in modo non corretto. I supporters granata sono intoccabili, sotto tutti i punti di vista. Oggi il calcio è meno seguito ma, a Salerno, la piazza ha sempre mostrato un amore viscerale verso i propri colori. Erano critiche davvero eccessive. La mia era una difesa dei tifosi granata. Anche perché, fino allo scorso anno, sembrava che Lotito avesse fatto della Salernitana un feudo biancoceleste. Arrivavano giocatori presi dalle giovanili della Lazio e qualcuno di secondo ordine. Con l’ultima campagna acquisti, in vista anche del centenario, sembra che ci sia fatta una squadra all’altezza delle ambizioni della tifoseria».

Oggi di cosa si occupa Vittorio Tosto?

«Sono consulente di mercato. Interagisco con calciatori e società. Una figura intermediaria tra le due parti».

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