«Entro il 2050 farà più morti del cancro», il fenomeno dell’antibiotico-resistenza spiegato dalla microbiologa Anna Longanella

0
381

di Adriano Rescigno

Anche se oggi il mondo scientifico e della ricerca sono concentrati sul contenimento della pandemia
da Sars-Cov-2, esiste una emergenza mondiale che è quella dell’antibiotico-resistenza, considerata
fino a dicembre 2019 una delle minacce più serie per la salute globale.Cos’è l’antibiotico-resistenza, lo spiega la dottoressa Anna Longanella, specialista in Microbiologia e Virologia.
«L’antibiotico-resistenza è la resistenza di un batterio all’azione di un farmaco antibiotico e l’uso
scorretto e spontaneo degli antibiotici in campo umano e veterinario ha selezionato nel tempo ceppi
di superbatteri capaci di resistere anche a terapie con antibiotici di ultima generazione».
Tale fenomeno rappresenta, ormai, una problematica di sanità pubblica a livello mondiale.
Nei paesi dell’Unione Europea si verificano, infatti, ogni anno più di 670.000 infezioni da batteri
multiresistenti e circa 33.000 decessi come diretta conseguenza. «Di questi oltre 10.000 – spiega – si registrano
in Italia, per cui l’Italia è prima in Europa per numero di morti legato all’antibiotico-resistenza.
Entro il 2050, secondo recenti studi, le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici saranno la prima
causa di morte e uccideranno più del cancro»
Studi recenti hanno dimostrato che l’emergenza da Sars-Cov-2 si intreccia fortemente con quella
dell’antibiotico-resistenza, peggiorandola e anticipandola nei tempi. Infatti, l’infezione da Covid-19
ha portato ad un aumento dei soggetti immunodepressi, quindi con deficit immunitari, che vengono
ricoverati in strutture ospedaliere e diventano terreno fertile per i superbatteri che provocano
infezioni secondarie gravi, spesso letali.
«Il 90% dei pazienti affetti da Covid è trattato con una quantità massiva di antibiotici – spiega Anna Longanella –
favorendo così una pressione selettiva nei confronti dei microrganismi super-resistenti.
La gestione dell’emergenza Coronavirus ci ha dimostrato l’importanza della collaborazione tra le
varie figure scientifiche, scese in campo per confrontarsi e per mettere a disposizione del mondo
intero le loro esperienze e le loro conoscenze.
Allo stesso modo credo sia necessario promuovere ed incentivare la collaborazione tra le figure
scientifiche e sanitarie del nostro territorio, per fornire nuove linee guida circa la corretta
somministrazione degli antibiotici, per realizzare una costante sorveglianza epidemiologica e per
impegnare la ricerca a rendere disponibili nuovi farmaci antimicrobici, nel tentativo di arginare il
fenomeno delle multiresistenze batteriche», conclude.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here