Enzo Maraio: “Comune di Salerno? Fiducia in Natella: suo lavoro delicato ma anche proficuo” 

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Ripensare il futuro, facendo tesoro del passato e portando in alto il nome del Partito socialista italiano. Il salernitano Enzo Maraio sa cosa significa essere l’uomo del “popolo” ma anche rimanere ben saldo e ancorato ai valori del “potere” di una res pubblica costellata – sempre più spesso – di ostacoli e difficoltà. Maraio ha saputo guidare bene – però – il partito, nonostante le tempeste che si sono abbattute su tutto il Paese. Ed è proprio per questo che il salernitano viaggia spedito verso la riconferma nel ruolo di segretario nazionale del Partito Socialista italiano. Una sfida, partita dal “basso” della città di Salerno che adesso diventa sempre più grande per l’ex assessore di Palazzo di Città, che porta nel cuore e nelle idee progetti ambiziosi anche e soprattutto per il territorio che lo ha “cullato”. Un occhio alle politiche, ma anche alle elezioni amministrative appena concluse, che hanno visto comunque il Psi protagonista insieme al centrosinistra. Ma adesso, quali sono gli obiettivi di Enzo Maraio? Il congresso, in una stagione politica molto complicata, arriva dopo l’era Covid. Ed è proprio da qui che il 15,16 e 17 luglio potrebbe avviarsi un nuovo corso, conservando però continuità di progettazione e obiettivi, proprio con la guida di Maraio. Il Psi conta così tra qualche giorno il suo quinto congresso nazionale da quando il partito è rinato nel 2007 dopo lo scioglimento del 1994. “E’ un congresso di rilancio, nella nostra mozione c’è un’idea chiara sulle alleanze. Noi siamo convinti proporzionalisti, ma la legge elettorale attuale impone ampie coalizioni. Quindi l’obiettivo deve essere ricostruire il centrosinistra e mettere assieme tutte le sue anime. Siamo convinti che Azione, +Europa e Italia Viva vanno tenute dentro la coalizione, non si può pensare a politiche dei due forni”, aveva sottolineato Maraio, presentando il tema dell’incontro che coinvolgerà tutte le anime socialiste del Paese.

Com’è stata questa esperienza alla guida del Psi? Se Enzo Maraio dovesse fare un bilancio, oggi… quale sarebbe?

“Sono stati tre anni molto entusiasmanti ma, allo stesso tempo, anni complessi. Il momento storico che stiamo attraversando ci ha costretto a lavorare costantemente sull’emergenza. Un tempo, quello attuale, che abbiamo dovuto affrontare senza fingimenti utilizzando la Politica come antidoto per fare ordine tra le bugie del populismo. In questo tempo strano, che ha rovesciato precipitosamente la narrazione della politica di questi ultimi anni, ho lavorato a consolidare una comunità di donne e di uomini, tenendo alti i valori del socialismo, rivendicando cioè la nostra storia e mettendo al centro le nostre idee e le nostre battaglie. Che attenzione, non sono una panacea, ma sono il punto di partenza che mi ha consentito di rilanciare il partito in tutta Italia e immaginare il futuro. Riportare il nostro simbolo nei comuni al voto, avere liste autonome alle amministrative e lavorare al consolidamento del centrosinistra come argine a una destra sempre più demagogica che tenta di rimettere indietro le lancette dell’orologio. Alla fine sono stati proprio quei valori, quel pantheon di uomini e donne che hanno contributo alla crescita del Paese ad essere stati guida per me ma anche per i tanti che dalla politica si attendono soluzioni e non più chiacchiere. Ed è con questo spirito che a Roma il 15, 16 e 17 luglio, celebreremo il nostro congresso. E sono contento che l’intero partito abbia fatto quadrato intorno alla mia mozione, unica, il cui titolo è significato e significante di quello che ci attende: “Una grande storia per ripensare il futuro”.

 Quali sono i prossimi impegni in vista per Enzo Maraio? 

“In primo luogo il congresso, dal quale lanceremo le sfide per il Paese e poi il consolidamento del centrosinistra. Lavoro, economia, ambiente, scuola, lotta alle disuguaglianze ma è chiaro che gli impegni saranno tanti passando anche per le battaglie sui diritti civili. Il momento storico che stiamo attraversando non può essere un alibi per arretrare su quelle che io definisco una priorità per rendere più moderno il Paese. Se la politica non capisce che sui diritti non si tratta di essere di destra o di sinistra, ma di avere buonsenso, allora avremo cancellato in un solo colpo anni di conquiste di civiltà. Lo Ius Scholae che approderà in Parlamento la prossima settimana va portato a casa in questa legislatura. Il centrodestra cambi strategia, eviti di fare la pessima figura già fatta sul dl Zan e si convinca che i diritti appartengono ad ogni Paese che si possa definire civile”.

 E il ruolo in vista delle elezioni politiche? Sia suo che quello del Partito Socialista italiano ovviamente…

“Alle elezioni Politiche giocheremo la nostra partita. E’ chiaro che qui la questione dirimente è la legge elettorale. Quella attuale costringe i partiti a coalizioni forzate. E lo abbiamo visto con i governi che si sono succeduti in questi anni. Occorre mettere mano a una legge nuova che deve innanzitutto tenere conto di alcuni fattori che garantiscano democrazia, a cominciare dalla tutela del diritto degli elettori a scegliere i loro rappresentanti in parlamento. La strada è quella di una legge proporzionale con l’introduzione delle preferenze e andrebbe abbassata la soglia di sbarramento per favorire la pluralità della rappresentanza di tutte le forze politiche. Rappresentanza già falcidiata dalla ignobile farsa della riduzione dei parlamentari in nome e per conto di una riduzione degli sprechi della politica. Sprechi che di fatto non sono stati ridotti causando solo un danno enorme alla democrazia”.

Il partito in provincia di Salerno e nel comune capoluogo ha registrato comunque molti successi: cosa ne pensa? Come pensa che stiano andando le cose?

“In provincia di Salerno e in città il partito cresce. Cresce la partecipazione e l’entusiasmo intorno al nostro lavoro. I dati delle ultime amministrative sono positivi: da Agropoli (8,26%) a Nocera Inferiore (8,40%). E questo significa che il Partito sta facendo un buon lavoro anche grazie a una squadra di dirigenti impegnati nei territori, tra la gente, senza rimanere chiusa nei Palazzi. Un confronto costante con cittadine e cittadini, con le imprese, con le associazioni, con il mondo del lavoro, offre a noi di avere il polso della situazione e agli amministratori, di mettere in campo politiche per affrontare il cambiamento”.

C’è un caso che tiene banco – però – negli ultimi mesi: è quello sul Comune di Salerno. Dall’inchiesta giudiziaria ad una città che sembra essere abbandonata a se stessa. Quali considerazioni? E quali soluzioni – invece – per ovviare ai problemi? Compreso quello di bilancio e casse (quasi) vuote…

“Casse (quasi) vuote è purtroppo un fil rouge che accomuna tutti i Comuni italiani. Io non parlerei di “caso Salerno”. Certo ci sono state incomprensioni nella maggioranza ma mi sembrano essere rientrate e in ogni caso il nostro gruppo consiliare e il nostro assessore lavorano in perfetta sintonia con il sindaco Vincenzo Napoli. Credo che Natella stia facendo un lavoro molto proficuo e anche delicato, e nella situazione data, non era facile farlo anche per la complessa situazione ereditata. E’ normale che ognuno di noi si attende sempre una risposta immediata a un problema dato, ma il fatto di non riuscirla a dare subito non significa starsene con le mani in mano. L’intera macchina amministrativa è impegnata e le prime risposte sono già sotto gli occhi di tutti. Il peggio presto sarà alle spalle e, grazie al lavoro dell’amministrazione e dell’assessore Natella, Salerno recupererà gli standard elevati dei servizi ai quali eravamo abituati, anche nell’ambiente”.

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