FUORI DAL SILENZIO. Dal 1522 al processo. Venerdì 2 luglio a Pontecagnano per dire basta alla violenza di genere

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Le associazioni di Pontecagnano fanno rete contro la violenza di genere. Un’idea del blog ivoltidicassandra in collaborazione con Break the silence, un incontro tra donne che scelgono di tradurre in azioni concrete le loro idee.
“L’ iniziativa parte dalla nostra campagna per la diffusione del numero verde 1522 , dalla richiesta di detassazione dei prodotti per l’igiene intima femminile” – spiega Lucia Zoccoli fondatrice, insieme a Stefania Maffeo, del blog. “Molti commercianti di Pontecagnano Faiano e non solo, hanno inserito sullo scontrino fiscale la dicitura se sei una donna vittima di violenza chiama il 1522. Il numero verde, a cui le vittime di violenza o di stalking possono rivolgersi, è solo il primo passo di un cammino lungo e pieno di ostacoli dove è facile incappare nella vittimizzazione secondaria”.
Nasce così il desiderio di dare un segnale forte e di tracciare un percorso affinché le donne, vittime di violenza, vedano riconosciuti i propri diritti civili.
Parteciperanno all’evento che si terrà venerdì 2 luglio alle 18:30 30 presso i giardini di Via Carducci a Pontecagnano, Grazia Biondi presidente di Manden, Stefania De Martino avvocato da sempre impegnata nella battaglia per i diritti delle donne e Carla Del Mese responsabile del circolo Occhi verdi.
In apertura non mancheranno i saluti del Sindaco Giuseppe Lanzara, dell’Onorevole Anna Bilotti e dell’Assessora alle pari opportunità Adele Triggiano.
Chiunque desideri partecipare alla manifestazione, potrà portare un oggetto o un indumento che rimandano alla famosa sentenza del 1999. Ancora oggi infatti si parla di istigazione alla violenza. “Non si può giudicare una donna in base al proprio abbigliamento. Non si può pensare che un jeans aderente o una minigonna possano incitare alla violenza” – afferma Roberta Arrigo referente regionale di Break the silence. “La violenza di genere e sessuale è lo specchio di un atteggiamento culturale patriarcale ben radicato nella nostra società, è la volontà, generalmente dell’uomo, di far sentire la donna inferiore, sottomessa, umiliata a partire da una frase, da uno sguardo, fino ad arrivare alla violenza fisica”.
Gli oggetti raccolti e disposti su un grande telo rosso verranno devoluti in beneficenza all’Associazione Manden.
Per dire basta alla violenza di genere occorre tessere una tela fatta di donne che si battono per le donne ma soprattutto bisogna trovare il coraggio di denunciare.
Rompere il muro del silenzio è la vera rivoluzione perché i lividi sul corpo guariscono in fretta mentre le ferite dell’anima possono diventare permanenti.

Rossella Graziuso

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