Gigi Cagni: «La Salernitana è pronta per i play-off»

di Matteo Maiorano

«La Salernitana? Andrà ai play-off. Lunedì aspettiamoci un match spettacolare». E’ carico Luigi Cagni in vista della sfida in programma all’Arechi lunedì sera. In campo Salernitana e Brescia, squadre che il tecnico conosce bene per le esperienze trascorse sia a Salerno che nella città lombarda, in cui è nato e ha trascorso 13 anni da calciatore. Con lui si è discusso, oltre che della partita, anche dell’attuale torneo cadetto e dei moduli, con un’affascinante sguardo alla Salernitana che nel 2000, sotto la guida tecnica proprio di Cagni, raggiunse un settimo posto finale, a una manciata di punti dagli spareggi promozione.

Mister, quali sono le sue considerazioni sul nuovo formato del campionato cadetto?

«Il problema è di come ci si è arrivati a comporre la B a 19 squadre. Non mi è piaciuto, il processo è durato mesi e si è svolto a campionato in corso. La soluzione trovata, probabilmente, non è neanche legale: adesso speriamo che queste situazioni non si ripetano, non si può andare avanti così».

Come si presentano Salernitana e Brescia all’appuntamento di lunedì?

«La Salernitana parte favorita, poiché potrà sfruttare a suo vantaggio il fattore campo. Ho vissuto in prima persona l’atmosfera dell’Arechi e garantisco che l’impianto di via Allende può trascinare letteralmente la squadra. La piazza granata è un unicum nel panorama cadetto. La Salernitana può fare affidamento su una rosa di buon livello: la sconfitta del Tombolato non deve ridimensionare legittime ambizioni play-off. Il Brescia ha le potenzialità per disputare un buon campionato, a mio modo di vedere può essere un assaggio di quello che vedremo a giugno per gli spareggi».

La Salernitana può dire la sua nelle parti nobili della classifica?

«Sicuramente sì; la classifica è molto corta. Per quello che ho visto finora, i granata diranno la loro fino alla fine. Per la promozione sono un po’ scettico, perché ci sono organici che sono delle vere e proprie corazzate, come Verona e Palermo».

Capitolo Donnarumma: l’attaccante di Torre Annunziata è probabilmente un rimpianto per la Salernitana, che in attacco sembra avere le polveri bagnate…

«Il presidente del Brescia ci ha creduto molto, l’acquisto di Donnarumma è sintomatico del fatto che il Brescia da qui a due anni salirà in serie A. Donnarumma è un giocatore dalle qualità tecniche notevoli, non lo scopriamo certo oggi, ma non so se sarebbe stato utile al progetto granata».

Lei è fautore del moderno 4-3-3, modulo che in questi anni sta riscuotendo un discreto successo…

«Sono e restano i giocatori a vincere le partite, non sono mai i sistemi di gioco a farti ottenere i tre punti. La bravura dell’allenatore è adattare questi sistemi agli elementi della rosa, perché non si può far giocare una rosa con il 4-3-3 senza avere i calciatori adatti, o peggio adattandoli. Gli allenatori devono capire questo concetto».

Quali sono i punti di forza di questo Brescia?

«Centrocampo e attacco, per vincere più partite possibili il Brescia deve prendere meno gol. La fase difensiva, a mio modesto giudizio, va fatta in maniera migliore. Poi il gol, le Rondinelle, lo fanno sempre».

Rivede qualcosa nell’organico di Colantuono che le riporta alla mente la Salernitana da lei allenata nel 2000?

«Assolutamente no, sono incomparabili. Avevo a disposizione uno squadrone, tutti giovani ma davvero forti. Mi dispiacque molto la fine della mia avventura a Salerno, perché si sarebbe potuto aprire un bel ciclo. Parliamo di calciatori del calibro di Rossi, Vannucchi, Di Michele, calciatori incredibili che hanno fatto una carriera che parla da sola».

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