Giovani, fregateli tutti: andate a votare 

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di Andrea Pellegrino

La campagna elettorale finisce qui. La più strana, per tempi e modalità, che si è svolta negli ultimi anni. Dalle difficoltà estive, all’urgenza di dare al Paese un nuovo governo in tempi stretti, dall’impreparazione di molti partiti, dal recupero di alcuni, dalla campagna di comunicazione sbagliata da altri. Fatto sta che domenica dopo le 23 si conosceranno vincitori e vinti e si conosceranno le sorti della nuova legislatura. Sarà la prima volta di un Parlamento ridotto e che dovrà fare i conti anche con una riorganizzazione interna, a partire dai lavori delle commissioni e sarà la prima volta che i diciottenni voteranno anche per il Senato della Repubblica. L’ombra di un’alta astensione è sempre più evidente e il coinvolgimento dei giovani è stato praticamente pari a zero. Il partito del non voto rischia di essere abbastanza forte mettendo ancor di più in crisi un sistema che merita un fortissimo cambio di rotta. Votare, però, resta l’unica arma che abbiamo a disposizione in un sistema di rappresentanza indiretta, sempre più vicino a manovre di Palazzo, più che specchio della volontà popolare. Il tutto aggravato da un Paese che, per vari motivi, resta a sovranità limitata per il soccorso esterno che più volte si cerca per contrastare gli avversari politici interni. E se votare può essere una goccia del mare, quella goccia può essere indispensabile nel breve o nel medio periodo per dar forza e spinta ad una democrazia che soffre di rappresentanza, rappresentatività e anche di autorevolezza. Più che mai la partita è dei giovani, sempre invocati e poco coinvolti, costretti a sgomitare per farsi spazio davanti a chi vuole mantenere sempre e comunque lo status quo. Il loro voto, ora più che mai, è ancor più indispensabile dopo un passato recente travolto da una Pandemia, ancora non risolta, e un presente e futuro nebuloso tra la crisi economica e l’inesorabile perdita di posti di lavoro. D’altronde nel passato la spinta maggiore e le proteste più vibranti sono arrivate proprio dai ragazzi, dagli studenti e da chi cercava un futuro migliore per sé e per la propria famiglia. E da loro, e solo da loro può partire questa spinta che è stata frenata tanto dalla politica quanto da contesti familiari e ambientali. Domenica matita e scheda, a prescindere, potranno fare la differenza. Una goccia del mare? Sicuramente. Ma meglio che naufragare senza conoscere neppure il comandante. Un buon voto a tutti.

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