L'Intervista

Giuseppe Fioroni: “Il mio addio al Pd? Era inevitabile”

Democristiano doc, poi convinto sostenitore dell’Ulivo e ancora dopo, nel 2007, tra i padri fondatori del Partito Democratico. Giuseppe Fioroni non avrebbe potuto continuare a restare in un partito che ha scelto a maggioranza di virare a sinistra eleggendo Elly Schlein alla segreteria. Il Pd, nato dall’incontro della componente socialdemocratica, di quella post-comunista ma anche, non meno rilevante, di quella cattolico-popolare, secondo l’ex ministro dell’Istruzione nel Governo Prodi II si sarebbe snaturato a tal punto da migrare verso altri lidi. Che non saranno, però, quelli del Terzo Polo nè di alcun altro partito: Fioroni, non a caso, è impegnato in prima linea nella costruzione della Piattaforma Popolare – Tempi Nuovi che non si pone l’obiettivo di fondare l’ennesima forza politica di centro, ma, per il momento, di coagulare nuovamente, intorno alla forte identità cattolica dissipatasi negli anni, un mondo che non è sopito e che, anzi, vuole tornare ad acquisire centralità – non solo “geografica” – nello scenario politico.

Fioroni, in un video pubblicato ieri sulla sua pagina Facebook non ha usato mezzi termini, annunciando il suo addio al Partito Democratico.

“Era inevitabile”

L’elezione di Elly Schlein, esponente dell’ala più a sinistra dei dem, l’ha spinta a lasciare?

“Io vengo dal cattolicesimo popolare, nel solco del quale ho svolto la mia lunga attività politica: oltre ad essere stato Ministro dell Istruzione nel secondo Governo guidato da Romano Prodi, sono stato, nel 2007, il primo segretario organizzativo del PD: ho contribuito alla sua nascita ed anche allo svolgimento delle primarie con tre milioni e mezzo di elettori”.

Primarie in cui fu eletto Walter Veltroni, che veniva da una tradizione di sinistra.

“Sono stato in tutta la stagione Veltroni, e anche successivamente, con le valigie in mano: l’ho affermato in più occasioni. Ciononostante non ho mai lasciato il partito da allora. Ma quel giorno in cui è stato necessario prendere le valigie e andarsene è arrivato, in quanto ho concorso a fondare un partito di centrosinistra, senza trattini centrali..non è un caso che Occhetto abbia subito plaudito all’elezione della Schlein. È il ritorno della gioiosa macchina da guerra, come ha detto giustamente Prodi ora serve mettere al primo posto i contenuti”.

Quali sono i temi sui quali si trova maggiormente in disaccordo con il nuovo segretario?

“Mi trovo in disaccordo su tutto, ero per costruire un partito frutto dell’incontro delle culture socialdemocratica, popolare e liberaldemocratica, insieme con la sinistra riformista. Ora mi ritrovo intorno alla costruzione di un partito che è di sinistra – sinistra, che prova a fare di tutto pur di evitare di ricevere critiche dalla sinistra più massimalista e radicale. Ben vengano anche queste scelte, ma sono l’espressione di quella mutazione genetica legittima, ma che a mio avviso non realizza l’ambizione di un partito che non si prepara a governare il paese”.

L’ascesa alla guida del Pd di Elly Schlein sembrerebbe porre dei dubbi sulla possibile ricandidatura di Vincenzo De Luca per un terzo mandato: cosa ne pensa?

“Sono fuori dal PD: non mi chieda cose che non rientrano nelle mie competenze, e che riguardano le forze politiche della Campania. Sono sempre stato rispettoso dei territori in politica. Vengo dalla tradizione popolare dove dal basso si è sempre privilegiata la necessità di rispettare gli indirizzi dei territori. Lungi da me la voglia di fare polemiche sul punto. Sono convinto, sempre, che l’opposizione ad ogni cosa debba essere rigorosa ma costruttiva. Aumentare le tensioni per qualche decimale in più mi fa porre qualche domanda”.

Dopo l’addio al Pd quali sono le sue prospettive politiche per il futuro?

“Abbiamo dato vita alla Piattaforma Popolare – Tempi Nuovi, che come anche oggi ha sottolineato l’onorevole Andria nasce dal desiderio di aggregare quei cattolici che si sono sentiti marginalizzati sia dalla sinistra che dalla destra e che vogliono costruire una politica con la P maiuscola. Credo che su temi che riguardino il futuro dovremmo cercare di essere rappresentati al meglio, non fondando un partitino, ma radicando la nostra storia. Non siamo interessati alla posizione del Terzo Polo, ma solo la nostra area politico-culturale ideale”.

Published by
Andrea Bignardi