Gli Usa piantano l’asso: dal 1 maggio ritiro graduale delle truppe dall’Afghanistan

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di Piergiorgio La Guardia

Dopo all’incirca 827 miliardi di dollari impiegati da parte degli USA e 7,3 da parte dell’Italia e dopo 140 mila unità cadute sul campo di battaglia ( di cui 26 mila civili e 53 militari italiani) gli USA hanno deciso di far ritirare le loro truppe dall’Afghanistan. Decisione alla quale si accoda l’Italia e dal 1 maggio, data simbolica scelta da Biden, verrà applicata una road map che prevede il graduale ritiro delle truppe dall’Afghanistan.

Il ritiro è avvenuto, oltre che per i risultati molto magri ottenuti contro i talebani, a causa del bisogno degli USA di concentrare sforzi e risorse nella guerra economica e commerciale contro la Cina. E l’Afghanistan non è certamente un tassello funzionale a tale scopo.

I negoziati Nato con i talebani e l’instabile governo afghano si svolgeranno dal prossimo 24 aprile in Turchia ad Istanbul , dal ‘ dittatore Erdogan’, su decisione di Biden. Il presidente americano però, se da un lato vuole moderare il notevole impatto militare ottomano nel globo, dall’altro vuole comunque preservare gli strategici interessi geopolitici statunitensi in Anatolia e cercare accordi di compromesso per il suo scopo.

La decisione è stata salutata con entusiasmo in Italia, soprattutto dalle forze di governo, mentre negli USA la scelta del ritiro delle truppe ha da un lato trovato il favore di Elizabeth Warren, Bernie Sanders ma anche di alcuni repubblicani mentre la presidente della Commissione Esteri Dem e diversi repubblicani, come Mitch Macconell e Lindsey Graham, non hanno nascosto la propria contrarietà a tale scelta. I motori sono caldi per nuovi scenari.

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