I crocieristi arrivano in città ma i servizi sono e restano scarsi

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Con lo sbarco delle due navi da crociera Norwegian Breakaway e Mein Schiff 2, Salerno è divenuta il punto d’approdo per circa settemila viaggiatori, senza contare una presenza rilevante in termini di membri dell’equipaggio. La stagione crocieristica riparte con vigore, dunque, a Salerno, spiccando il volo in termini numerici rispetto allo scorso anno, e ancor di più rispetto alla fase pandemica. Entusiastici i toni del primo cittadino Vincenzo Napoli in occasione della vera prima giornata di primavera all’insegna del beltempo e di massicci flussi di turisti in città: “Benvenuti ai turisti da tutto il mondo che si godranno una fantastica giornata tra le bellezze artistiche e storiche e le attrazioni dello shopping e dell’enogastronomia della nostra città – ha commentato il Sindaco – Salerno sempre di più meta top del turismo crocieristico internazionale. Bellezza, economia e lavoro per la nostra comunità”. Non mancano, però, i punti d’ombra e le criticità croniche della città che, proprio in occasione di grandi eventi e dell’alta stagione turistica, emergono in modo maggiore. In particolare è il centro storico a non beneficiare, in modo pieno, dell’arrivo dei crocieristi in città. Da vetrina della Salerno autentica e potenziale biglietto da visita per poter puntare a “recuperare”, in un secondo momento, magari in bassa stagione, i flussi di visitatori che giungono attraverso le “big” del mare, infatti, il gioiello medioevale rischia di trasformarsi in un semplice luogo di passaggio, non adeguatamente valorizzato, da un lato, dall’amministrazione, dall’altro, anche dagli stessi privati che, purtroppo, sono in molti casi espressione di una cultura turistica ancorata a logiche poco europee. Ed è, in particolare, la zona alta del centro storico ad essere maggiormente in difficoltà, afflittà com’è da problemi di scarso decoro urbano ormai atavici, a cui si va ad aggiungere un calo delle presenze dovuto alla chiusura, per lavori, del Giardino di Minerva, una delle punte di diamante del turismo salernitano, e dell’Ostello Ave Gratia Plena, per la gestione del quale ancora non è stato pubblicato il nuovo bando dopo che, nello scorso anno, la gara era andata per ben due volte deserta. A lamentare la marginalizzazione del gioiello medioevale dai circuiti turistici legati alla crocieristica è la ristoratrice Sabrina Prisco, titolare dell’Osteria Canali, da sempre attiva nel comitato Centro Storico Alto, che punta ad attrarre l’attenzione su questa parte della città troppo spesso non adeguatamente valorizzata in rapporto al suo potenziale: “Solo chi non vuol vedere la realtà crede che i crocieristi possano far bene al commercio in città: non spendono una lira sul territorio – commenta l’esercente – Un minimo di indotto è visibile soltanto al porto e nelle attività limitrofe. C’è, però, un grande impatto ambientale per il territorio, i comignoli delle navi sputano fumi di carburanti in gran quantità e per molto tempo nell’arco della giornata: è una vicenda, quest’ultima, che va in controtendenza con quanto, invece, accade in altre realtà in cui l’attracco delle navi viene scoraggiato”. . “L’unico aspetto positivo – continua – è che ormai la città è maggiormente frequentata dai crocieristi, che in passato non frequentavano la città, ma, una volta approdati a Salerno, salivano sugli autobus gran turismo alla volta di Pompei o Paestum”. Segno, quest’ultimo, che certamente l’appeal della città, quantomeno come nome, sembra essere cresciuto negli ultimi anni. Ma questo dato positivo, che quantomeno, se ben “gestito” potrebbe andare a beneficio della città nel suo complesso, e delle sue attività commerciali, non viene colto. “Il centro storico resta, infatti, completamente non a misura di turista. Manca del tutto la segnaletica per chi si avvicina alle nostre strade. Le condizioni di alcune aree sono davvero pietose: nella zona che va verso i Giardini della Minerva i vicoletti sono come discariche – continua – Non c’è nemmeno l’attenzione a tenere pulite queste zone nel giorno dell’attracco siccome nell’ordinario nemmeno si riesce a garantire quanto previsto dal contratto di Salerno Pulita”. “Siccome buona parte dei crocieristi non spende a Salerno nulla, nemmeno un euro per un caffè, quantomeno si potrebbe tener pulite le aree della città di maggior interesse storico per poter attrarre migliaia di persone a tornare nel nostro territorio in un secondo momento – prosegue – Viste le condizioni in cui versa, e l’assenza pressoché totale di decoro, è difficile che queste – se non in piccola parte – possano ritornare. Tutto in linea con l’incompetenza mostrata nel corso degli ani dall’amministrazione”. Ma scarsa, nella parte alta del gioiello medievale, è anche la segnaletica, tanto che i cittadini del comitato hanno dovuto ricorrere ad una soluzione autonoma, di propria iniziativa, per soddisfare un’esigenza palpabile dei turisti, pure presenti: “Sulla salita di Via Canali all’incrocio di via Tasso abbiamo dipinto un portone, su iniziativa del Comitato Centro Storico e dell’artista Marco Vecchio – conclude – la ristoratrice – per scrivere le indicazioni, per il Duomo a destra e per i giardini della Minerva a sinistra, non essendovi adeguata cartellonistica”. Ma non è soltanto la scarsità di decoro urbano a rappresentare un ostacolo al decollo turistico della città, ma anche altri fattori, come la scarsa disponibilità di una buona parte dei privati a offrire un turismo di maggior qualità oltre che la vicinanza con la Costiera Amalfitana, che se, da un lato, per Salerno è un vantaggio, dall’altra non lo è in quanto attrae i flussi con maggior capacità di spesa. Certamente non quelli della crocieristica. “L’impatto dell’attracco delle navi è che, logicamente, per chi resta in città e non sceglie di intraprendere escursioni in altre aree del nostro territorio, lo fa quasi soltanto per mettersi in moto: raramente mi capita che qualcuno dei crocieristi si fermi a mangiare o a sperimentare qualche prodotto – aggiunge Pino Adinolfi, titolare della salumeria con cucina Botteghelle 65, nel cuore del centro antico – Sicuramente è un’iniezione di allegria e vivacità per Salerno, ma che non ha una ricaduta positiva in termini economici per le attività, se non per quelle della stazione marittima o immediatamente adiacenti ad essa. Salerno è una tappa di passaggio, non un punto di partenza o di arrivo come accade in altri casi. Di certo, però, consente alla città di entrare in circuiti di richiamo globale. Può essere certamente un punto di partenza per costruire un turismo più strutturato, senza la necessità di strafare in termini numerici, perchè Salerno di grandi numeri non ha bisogno”. “C’è un limite oggettivo della città sotto questo punto di vista – continua – che è il target medio o, in alcuni casi, medio-basso, per via del fatto che, da un lato, i b&b spesso sono di scarsa qualità, spesso non controllati, dall’altro pesa la vicinanza della Costiera Amalfitana, cui si rivolgono fette di mercato caratterizzate da una maggiore qualità di spesa”. “La rinascita turistica di Salerno può passare soltanto attraverso un rinnovamento radicale dell’offerta turistica, che deve diventare di qualità – conclude – Ma proprio tutto questo potrà accadere soltanto dopo che si darà vita ad una seria riflessione, di cui non si conoscono, però, i soggetti da cui dovrebbe partire ed il perimetro entro cui si dovrebbe svolgere”.

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