“Il coraggio di essere sé stessi ci rende liberi. La bellezza si nasconde nella diversità”

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Debutto discografico per Valentina Iannone, cantautrice salernitana, che con ‘Ad alta voce’ lancia il suo messaggio di forza e speranza. Nelle quattro tracce che compongono l’EP (uscito il 16 dicembre), la cantante ‘sfoggia’ le sue doti vocali e autorali, toccando tematiche diverse: da quella ambientale (‘Ad alta voce’), a cui strizza l’occhio la sua laurea universitaria in Scienze Ambientali, al coraggio di andare contro corrente e essere sè stessi, per essere finalmente ‘Liberi’, senza dimenticare l’amore in ‘Fuori’ e la ricerca continua della propria strada, con ‘E non finisce’.

Valentina inizia a suonare pianoforte a soli 5 anni, poi intraprende anche lo studio del canto, con il Maestro Francesco Ruocco. In seguito entra nel Coro Pop diretto dal Maestro Caravano, con cui incide anche un disco, “We Can Do Magic”. Nel 2018, l’anno della svolta: incide il primo singolo, finisce in compilation con Bobby Solo e Francesca Alotta con la cover di ‘Who Would Imagine a King’, vince il contest per cantautori indetto dall’Associazione DLiveMedia dell’Università degli Studi di Salerno, con presidente di giuria Stefano D’Orazio, e si esibisce a Casa Sanremo nel 2019, durante la settimana del Festival.

“Se vuoi il cambiamento devi crearlo dentro. Abbi il coraggio di essere te stesso”: è il motto del tuo EP. Il coraggio di essere sé stessi, in una società che ci vuole omologati, suona quasi un’utopia.

“Il mio intento era marcare proprio questo. Non amo l’omologazione, anzi credo che la bellezza si nasconda nella diversità. ‘Ad alta voce’, il singolo portante dell’Ep, manda avanti proprio questo messaggio, oltre al rispetto per l’ambiente. Se ci rispettiamo diamo rispetto anche agli altri, e di conseguenza al mondo che ci circonda”.

Anche in questo particolare momento storico siamo omologati?

“In questo momento credo che quel messaggio sia ancora più importante, perché con il Covid credo che tutti ci siamo ‘fermati’ a riflettere su ciò che conta, su ciò che è importante. ‘Il Dio denaro ci farà scomparire’, cito nel brano: quello è uno dei motivi che porta all’omologazione. Mi auguro che il digitale, che stiamo usando intensamente, ci serva per progredire e non il contrario”.

Hai pensato che stavi debuttando in un momento in cui non potevi presentare fisicamente il tuo Ep?

“L’Ep doveva uscire a marzo (2020 ndr), il Covid ha rinviato il tutto. L’uscita era comunque prevista per la fine dell’anno, in cui non ci aspettavamo una ‘seconda ondata’ così forte, con una chiusura similare ai primi mesi dell’anno. Abbiamo tuttavia proseguito ugualmente, per dare un segnale ancora più forte: la musica non deve fermarsi, nonostante tutto”.

La seconda traccia si intitola ‘Liberi’. Cade ad hoc in questi giorni.

“In effetti sì, anche se ‘Liberi’, essendo stata scritta prima, negli intenti parla della voglia di andare contro corrente, contro il sistema e contro gli schemi che la società ci impone. Per libertà ognuno di noi ha la sua accezione: per me “libertà” è essere semplicemente sé stessi, andando anche contro quello che sembra essere controcorrente. Ognuno di noi deve seguire la propria strada: se si ha coraggio di essere sè stessi, ci si sente anche liberi”.

Dici nella chiusa dell’EP: “quel sogno che hai non ti abbandonerà mai”. Sanremo 2021 è in cantiere: è tra i tuoi sogni?

“Sanremo è assolutamente tra i miei sogni nel cassetto, ci stiamo lavorando, ovviamente per il prossimo anno”.

Non hai presentato niente a Sanremo Giovani?

“Ho presentato ‘Ad alta voce’, ma non è andata: ci riproveremo, perché Sanremo è uno dei palchi in cui sento un’emozione diversa rispetto a tutti gli altri”.

Ti sei avvicinata già al Festival: nel 2019 hai cantato a Casa Sanremo.

“Sanremo è una realtà incredibile: anche solo camminare nei vicoletti, in quella settimana, diventa magico. Arrivi davanti al Teatro Ariston che da fuori sembra piccolissimo”.

È piccolo, te lo confermo.

“Ci sei stata, giusto! Io non l’ho visto da dentro, l’esibizione di Casa Sanremo si tiene altrove”.

Sì, il Palafiori.

“Sai tutto! (ride). Stare lì e vedere i cantanti, le radio, voi critici, giornalisti, ti dà una grande adrenalina. Un sogno che spero si realizzi sul palco principale”.

Torniamo a ‘E non finisce’, un brano presentato al contest per cantautori dell’Università di Salerno, in cui Stefano D’Orazio era presidente di giuria. Che ricordi hai di lui?

“Stefano D’Orazio l’ho incontrato all’Università. Di lui conservo il ricordo di una persona molto ‘alla mano’, e i suoi complimenti al brano hanno rafforzato la mia convinzione che questa è proprio la strada giusta”.

Il brano vede agli arrangiamenti, chitarra e batteria, Phil Mer, che ha collaborato strettamente coi Pooh, tra gli altri.

“Phil è una delle colonne dello studio in cui ho registrato l’EP, il Recording Studio (Milano). L’ho conosciuto in quella occasione, affidandogli l’arrangiamento di ‘E non finisce’. È venuto fuori un brano un po’ diverso dagli altri: spero ti sia piaciuto (annuisco)”.

C’è un artista con cui speri di collaborare?

“Elisa, una cantautrice che stimo molto, che seguo da sempre. Amo il suo ‘essere artista’.”

Hai fatto parte del Coro Pop del Maestro Ciro Caravano, con cui è uscito un album.

“Frequentando l’università, partecipavo alla web radio e alle audizioni per far parte dei cori. Tra queste c’era l’audizione per il coro del Maestro Caravano. Con loro c’è stato un bellissimo percorso, concluso con l’album in cui il Maestro ha riarrangiato i brani tutti a cappella. È stata una delle esperienze migliori avute finora, che mi ha permesso di crescere in tutti i sensi”.

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