Il Corallo, la buona pizza della Valle dell’Irno

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Il Corallo è un locale ormai consolidato nel panorama della pizza salernitana. Nato dall’intuizione dei fratelli Patrizio, è divenuto nel tempo un riferimento per le buone forchette della Valle dell’Irno.

Sito proprio al centro di Baronissi, il locale è molto semplice, dal look innovativo e al contempo funzionale. Dietro il locale c’è una grande storia, fatta di lavoro, esperienza ma soprattutto una grande umiltà che si fonde all’attenzione per la ricerca dell’eccellenza: è un po’ la stella polare che guida Mirko, che oggi gestisce l’apprezzata pizzeria.

Mirko ha iniziato ad apprendere sin da giovanissimo i segreti dell’arte bianca: li ha, poi, portati nel locale, nato per sua iniziativa insieme a quella del fratello Sabatino prima a Mercato San Severino, nella frazione San Vincenzo, sedici anni fa, poi a Baronissi, in un secondo momento.

La pizza del Corallo è improntata alla semplicità ma, al contempo, ha lo sguardo sempre rivolto all’eccellenza: Mirko si rifornisce da aziende che si distinguono per le loro produzioni di qualità, puntando su un paniere che spazia dall’aglio orsino al blu di bufala, e che soffermano particolarmente la loro attenzione sui presidi slow food, di cui è un orgoglioso rappresentante.

Molta attenzione, ovviamente, viene conferita alla stagionalità dei prodotti: il menù varia, infatti, notevolmente a seconda dei periodi dell’anno, pur mantenendo alcune pizze “signature” sempre presenti in carta. Immancabile, con il freddo invernale di questi giorni, la “Castelpoto”, a base di fior di latte, broccoli, salsiccia di Castelpoto (presidio Slow food) ed olio evo; così come molto successo lo riscuote, specie nelle giornate più rigide, la “Cocozza 2.0”, vero fiore all’occhiello della carta de “Il Corallo”: pochi e semplici gli ingredienti, ma articolati in modo armonico tra loro e, soprattutto, con un topping davvero colorato e fantasioso: fior di latte, vellutata di zucca, salsiccia di maiale, polpette di zucca, fonduta di parmigiano reggiano, olio evo, basilico.

E, siccome siamo in piena Valle dell’Irno e Montoro, la patria della Cipolla Ramata non è distante, così come non lo sono nemmeno i caseifici più rinomati della Piana del Sele, terra madre della mozzarella di bufala campana, per più audaci certamente potrà essere gradevole svoltare su una pizza che fa della territorialità il suo vessillo: ecco, dunque, la “Blu di bufala” con mozzarella, cipolla ramata di montoro, blu di bufala, pancetta pepata all’uscita, olio evo e basilico. Ma, oltre alle pizze più elaborate non mancano quelle piú semplici, come la Cosacca, condita con del buon pecorino carmasciano, un formaggio ovino a pasta dura tipico dell’Irpinia, o alla margherita con farina di tipo 1, ibrida tra quella integrale e la classica farina doppio zero. Particolarmente ricca anche la sezione dei fritti, molto leggeri, in stile partenopeo: la chiusura è con i dessert di Sal De Riso.

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