Il degrado di Via Calenda: la lettera di un cittadino e le richieste al Comune

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Non sempre è facile sopravvivere nella Salerno da “vivere” quotidianamente. I cittadini di tantissimi quartieri della città si ritrovano quotidianamente davanti a tanti problemi, ostacoli, disservizi che sommati diventano sempre più grandi e minano la vivibilità di tutti e di tutti i luoghi. Ci sono luoghi che sembrano davvero abbandonati loro stessi, altri in cui l’attenzione dell’amministrazione comunale spesso sembra venir meno. E’ il caso di via Salvatore Calenda, anzi, dell’intero quartiere Calenda. “Sono un residente del quartiere Salvatore Calenda da 27 anni; era da tempo che avevo intenzione di scrivere sperando che non ce ne fosse bisogno ma purtroppo, a causa dello stato del quartiere sempre più degradato ho pensato che fosse arrivato il momento. E’ da circa un anno e mezzo che il quartiere vive uno stato di degrado, a mio avviso, non più tollerabile, a partire principalmente da via Giovanni XXIII (strada di congiunzione tra salvatore Calenda ed il quartiere Laspro)”. E’ solo l’inizio – questo – di una lunga lettera postata sui social da Fabio Martin, residente della zona, che con un pizzico di ironia porta alla luce una realtà ben più triste. E questa mattina ha potuto apprezzare lungo la sua strada la presenza di Endy. “La strada (via Salvatore Calenda) era nata non solo come punto di congiunzione tra i due quartieri ma anche come viale da passeggio con relativa vista panoramica su parte del golfo di Salerno. Oggi è diventata una delle strade più vergognose della città: le siepi da entrambi i lati, e gli alberi con i loro rami hanno trasformato il marciapiedi in una sorta di giungla, con liane dove aggrapparsi come nel set cinematografico di TARZAN e JUMANJI. Il punto centrale del viale, a mio avviso, diventa ancora più pericoloso a causa delle olive che cadono dai 4-5 alberi di ulivo e che restano a terra per un intero anno, marcendo e di fatto trasformandosi in una sorta di paté (poco commestibile) che rende la “passeggiata” totalmente a rischio caduta a causa del viscidume creatosi nel tempo. Il disagio aumenta nel momento in cui la propria altezza supera il metro e settanta a causa dei rami degli alberi che intrattengono i passanti con il gioco del limbo, a rischio di graffiarsi o cecarsi un occhio. Ci tengo a ricordare un membro che sta molto a cuore a tutta la comunità: un tavolino in pietra rotto dal primo anno in cui venne creata la strada e che di fatto, per quasi venti anni, si trova capovolto a terra con i relativi ciottoli. Venti anni e la “Città turistica”, la Città europea”, la città paragonata a Nizza ed alla Costa azzurra non ha avuto la capacità di sistemare, o per lo meno, togliere e ripulire i resti del tavolo ormai “morto ed abbandonato senza sepoltura ne lapide” da ben vent’anni. Il tutto viene incorniciato dal problema che esiste da praticamente sempre dei gatti randagi che hanno creato, da più di una decade, delle vere e proprie colonie. Problematica che non graverebbe la situazione del quartiere se non fosse per i metodi di distribuzione del cibo da parte di alcuni residenti, che di fatto, hanno creato nei vari decenni, delle aree picnic “del disagio” con scatolette, piattini in plastica ed altre “caccavelle” con elementi di cibarie che nel tempo attirano insetti e topi di varie specie e razze; tale disagio ovviamente aumenta in estate con l’arrivo delle amate colonie di scarafaggi che da sempre affliggono tutti quanti noi nel periodo estivo. Infatti, da Giugno a metà Settembre circa, ci sono le “olimpiadi di slalom” che tutte le persone sono obbligate a svolgere se vogliono evitare contatti con gli esseri antennati”. E ancora: “Ci tengo a ricordare anche lo stato dei marciapiedi dell’intera area di Calenda, a partire dall’alberghiero fino ad arrivare al ponte di congiunzione con l’ospedale Da Procida; per tutto il tragitto, oramai, l’erba cresce al ridosso del ciglio della strada e dei muri dei vari stabili creando il distaccamento della pavimentazione in alcuni casi. Il caso più esilarante è un arbusto che sta crescendo e si sta trasformando in un vero e proprio albero in miniatura, insomma, noi di Salvatore Calenda, non ci mancano manco i “bonsai” in stile giapponese. Altro “motivo di vanto” per tutti noi è il famoso “parchetto” che si trova a ridosso dell’ospedale. Lì, come le stagioni si alternano nel corso degli anni, così si alternano le “meraviglie” che albergano in codesti lochi, dal manto erboso che crescendo dà vita a campi di grano (non è una battuta…) ad immondizia di vario genere che si accumula come residui boschivi che con il tempo vengono sparpagliati come polline in primavera per tutta la zona circostante. Fanno da sfondo i relitti di quello che erano un tempo delle giostrine per bambini e che adesso fanno a braccio di ferro per far parte al nuovo set cinematografico della prossima serie televisiva: Chernobyl, lo spettro di Pripyat. Evito di parlare di via Paolo VI poiché sarebbe sparare alla croce rossa; un loco che potrebbe essere interpretato come la selva oscura dantesca per la flora e fauna che potete tranquillamente osservare ai due lati della strada, il tutto condito con siringhe, profilattici usati ed i loro involucri ormai violati”. Poi la “denuncia” ed infine un incontro “speciale”: “Per concludere, ci tengo a ricordare il problema dei posti auto (che mai è stato ben regolato e gestito dal Comune di Salerno in quest’area già martoriata, di fatti obbligando gli automobilisti a “crearsi” ed “inventarsi” posti auto molto improbabili, recando ovviamente problemi alla circolazione) e della scomparsa nel tempo dei bidoncini dell’immondizia, che non solo vengono svuoti sempre con una settimana di ritardo, creando così delle pattumiere fetide con tanto di anello di pattume che circonda il bidone stesso per i rifiuti che cadono sulla pavimentazione circostante; in più, questi ultimi, sono stati sempre più ridotti di numero fino ad arrivare a meno della metà rispetto a quanti ne erano in precedenza, obbligando le persone a camminare per centinaia di metri con il mozzicone di sigaretta in mano o la “bustina delle meraviglie del cane” alla ricerca di questa meraviglia tecnologica…..il bidone. Evidentemente, da mia opinione, “Salerno Pulita” si rompeva le scatole di svuotare le pattumiere e quindi ha deciso di risolvere il problema a monte: togliendo più della metà i bidoni dell’immondizia, lasciando quindi il minimo indispensabile. Tutto ciò ha portato all’aggravarsi della situazione igienica e di decoro del quartiere, che di fatto già era orribile così com’era ma che col tempo ha visto sempre di più aumentare mozziconi di sigaretta, carte varie e dei miei preferiti in assoluto: fazzoletti che ricoprono deiezioni di varia consistenza che richiamano molto l’uso comune di coprire, per motivi di rispetto, i corpi privi di vita. Una settimana dopo l’invio della mail alle varie emittenti televisive di Salerno è arrivato Endy che sta strappando le erbacce dai marciapiedi in zona Alberghiero per guadagnarsi qualche spicciolo. Più Endy e meno assessori comunali”. Non proprio una “cartolina” di bellezza quella fotografata in poche ma efficaci righe ma una cruda realtà, che vivono tutti sulla proprio pelle e che questa amministrazione dovrebbe affrettarsi a guardare e poi fare (almeno qualcosa) per cambiare decisamente rotta.

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