La canzone dell’Ora: “L’Umarell” di Fabio Concato

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La Milano ferita e colpita da un silenzio innaturale, l’Italia intera in stand by, sospesa tra l’incredulo dolore e la speranza. Fabio Concato mette in musica la quarantena degli italiani con “L’Umarell”, che altri non è che l’anziano che “veglia” i cantieri. Il brano prende vita all’alba della fase 2, ma è cresciuto nel periodo più difficile del Paese, in cui il cantautore si interrogava su quale apporto avrebbe potuto dare in prima persona al momento più ostile vissuto dagli italiani. “Ma cosa dovrei fare in quarantena?” – Mi sono chiesto, guardando la statuetta di un umarell posta sul pianoforte; e così è nata “L’Umarell”. Nel brano ritroviamo il Concato che coniuga poesia a tematiche sociali, aprendo spiragli a scene di vita quotidiana. È così che si ricordano i tanti che hanno perso il lavoro, i lutti che hanno colpito centinaia di persone, il passo più umano che il lockdown ci ha tuttavia consegnato, in una carezza poetica che rende il brano una delle migliori composizioni degli ultimi mesi. Nella canzone rintracciamo una chiara dedica ad “Enzino” Jannacci, un botta e risposta immaginario dall’aldilà; si chiude così l’ispiratore brano del cantautore, che dopo aver cantato anche in napoletano, canta per la prima volta in milanese, nel dialetto della sua terra, la più ferita dalla pandemia. Scritta, prodotta e cantata da Fabio Concato, e suonata da: Ornella D’Urbano (piano, tastiere e arrangiamenti), Larry Tomassini (chitarre), Gabriele Palazzi (batteria).

Testo (in italiano)

L’umarell sempre qui e mi guarda/E mi dice: “cosa fai con le mani in mano?”/Gli rispondo: “cosa posso fare in quarantena?”/“Io non lo so, sei tu che suoni il piano!”/Voglio dire che è dura, stare a casa mia/Per fortuna c’è anche un piccolo terrazzino/Quando c’è il sole mi metto sulla sedia/C’è un piccolo ulivo, ci sono tre o quattro fiorellini/Tutti insieme, con la gatta e il mio Ninin/A me piace andare fuori, andare a spasso/Ma è ancora impossibile: non ho il Pass/Adesso apro e butto l’occhio sulla strada/C’è qualcuno con la maglietta/Tutto sudato, fa una corsetta../E noi chi siamo? I più stupidi?/Noi cosa facciamo?/Sto pensando che ci cambierà la vita/E magari sarà meglio di così/Starà meglio questo povero pianeta/A me pare che sia scoppiato, non ce la fa più/E non ce l’hanno fatta tutte le persone/Sono andate via in silenzio come te/Senza un bacio, una carezza, una ragione/Senza un “sono qui e ti voglio bene”./L’umarell è ancora qui e mi parla: “menomale che c’ero io a controllarti”/Gli rispondo: “cosa posso fare in quarantena?”/Lui si volta, e va via tutto contento/Il suo amico/“Ciao Enzino/Vieni giù che facciamo un giretto”/R. Si, il giretto/Guarda che non si può, è pericoloso, non fare l’incosciente/Vai a casa che adesso devo mangiare/Il giretto…./Il suo amico/Va bene Enzino.. allora…alla prossima, ti saluto/R. Ehhh, alla prossima…. CIAO ENZINO

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