La questione Ecodistretto preoccupa cittadini e imprenditori

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di Vincenzo Pisaturo
La vicenda della realizzazione dell’eco-distretto nell’area industriale di Sant’Antonio, nel comune di Pontecagnano Faiano, torna di nuovo alla ribalta del dibattito pubblico cittadino dopo mesi di silenzio. Il progetto della Regione Campania, che ha indicato l’area adiacente lo svincolo autostradale di Pontecagnano sud, approvato dalla giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Lanzara, tratterà 30mila tonnellate di rifiuto organico urbano ed è stato finanziato per complessivi 25 milioni di euro.

Nei giorni scorsi, gli imprenditori agricoli della zona hanno incontrato il primo cittadino per discutere della questione e manifestare le proprie preoccupazioni: a cominciare dalla vicinanza dell’impianto che sorgerebbe a ridosso del centro abitato e di importanti aziende del settore agroalimentare e della logistica. Su questo aspetto, il sindaco Lanzara ha assicurato «una ampia partecipazione dal basso» attraverso l’iniziativa «Partecipa, Benvenuto Domani» che promuoverà nelle prossime settimane perché «c’è una legittima preoccupazione sull’individuazione della migliore ubicazione per la realizzazione dell’impianto». Un confronto su aree alternative ma non sulla possibilità di realizzare o meno il sito. Lanzara, infatti tira dritto: «L’impianto si farà perché serve a risolvere il problema storico di Sardone e ridurre del 90% la quantità di rifiuti che circolano sul nostro territorio. La nostra proposta è di piena sostenibilità ambientale» ha precisato Lanzara che aprirà una discussione anche sul «piano urbanistico comunale e sulle prospettive future».

Inevitabili le reazioni dell’opposizione: il capogruppo di Movimento Libero, Angelo Mazza, aveva già espresso la sua posizione netta sull’atteggiamento assunto dal primo cittadino, reo di «dedicare tempo ed energie esclusivamente per promuovere la realizzazione dell’impianto di compostaggio tra le perplessità e le accuse della sua stessa coalizione». «Un progetto poco chiaro – continua Mazza – che non considera realmente i rischi ambientali e che non prevede alcun ristoro economico per la nostra comunità e non garantisce la chiusura e riconversione di Sardone».

«Scarso confronto con la cittadinanza» accusa, invece, il commissario cittadino di Fratelli d’Italia, Giuseppe Corrado, che condivide le «preoccupazioni degli imprenditori agricoli» invitando l’amministrazione ad «individuare un’altra area lontana da insediamenti produttivi». «Nonostante il sindaco abbia rilasciato numerose interviste, non si fa alcun riferimento a chi controllerà l’impianto, quali saranno i vantaggi economici sulla tassa sui rifiuti, nessun piano per la viabilità né sulle infrastrutture». «Lanzara faccia chiarezza» dice Corrado.

A chiedere maggiore confronto sull’eco-distretto e condivisione delle scelte tra amministrazione e la cittadinanza, ad inizio anno, era stato anche il Circolo Occhi Verdi di Legambiente per «garantire alla comunità una corretta gestione dell’impianto», in una lettera indirizzata a tutti i consiglieri comunali.

Duro il presidente della Fondazione “Picentia” Giuseppe Bisogno che ha parlato di «parole fuori tempo massimo» commentando le dichiarazioni del sindaco Lanzara apparse sui giornali. «Parla di “partecipazione dal basso” sul tema Ecodistretto quando in due anni, tanto tempo è passato dalla firma dell’accordo con Giffoni Valle Piana, ha organizzato appena due incontri puramente di facciata a cose fatte». Bisogno, che ritirò nel 2018 la candidatura a sindaco per sostenere la volata a Lanzara rincara la dose: «Parla di partecipazione anche sul tema Puc quando in due anni e mezzo la questione non è stata mai affrontata pubblicamente nonostante i tanti annunci fatti in campagna elettorale. Lo stesso sindaco, inoltre, afferma che l’impianto di trattamento rifiuti a Sant’Antonio “si farà” e tira in ballo il mondo agricolo che ha detto già no alla realizzazione».

Intanto, in città, si organizza la mobilitazione dei cittadini in un costituendo comitato per il «no» che ha raccolto le adesioni di associazioni, movimenti e imprenditori locali per opporsi alla realizzazione dell’impianto. Già nel settembre del 2019 ci fu una manifestazione pacifica per ribadire la posizione contraria alla realizzazione del sito di compostaggio. La questione sarà sicuramente tema caldo nel prossimo consiglio comunale che si preannuncia infuocato.

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