Mariano Lazzarini “Confcommercio? Un ectoplasma”

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“Non rimpiango nulla del mio passato, ho lavorato sodo e con onesta. Ora con il mio nuovo incarico darò tutto me stesso come sempre ho fatto”

Ritornare in campo e rimettersi in gioco, per il bene della comunità. Mariano Lazzarini (ex dirigente di Confcommercio), è l’esperto per il rilancio del commercio nominato – qualche giorno fa – dal senatore in quota Fratelli d’Italia Antonio Iannone, per guidare il dipartimento regionale proprio nel settore. Lazzarini dopo qualche anno di pausa infatti ritorna a fare ciò che gli riesce meglio, da uomo di esperienza: proporre soluzioni pratiche, ideare progetti (soprattutto post Covid) per rilanciare a livello regionale il settore, che non vive un bel momento. Con intraprendenza e coraggio che lo hanno sempre contraddistinto, ha risposto subito “presente” alla chiamata e con schiettezza non le “manda a dire”, riuscendo ad analizzare alla perfezione il periodo che vive la Campania (e non solo) con i suoi “protagonisti”, concentrandosi così subito sul lavoro che sarà.

Come ha accolto la nomina da parte di Iannone? In cosa consisterà il suo ruolo?

“Non posso nascondere che l’invito rivoltomi da Iannone mi ha fatto piacere. I miei rapporti con lui ed Edmondo Cirielli vengono da lontano e non ho mai nascosto questo rapporto anche nella funzione che ricoprivo precedentemente. Certo, in quel ruolo per serietà ed onestà intellettuale sono stato sempre trasversale alle forze politiche cercando sempre di cogliere il meglio delle proposte a favore del settore rappresentato. Va riconosciuto che Fratelli d’Italia è l’unica forza politica che ha dimostrato una reale vicinanza alle problematiche dei settori della distribuzione soprattutto nei tempi tristissimi del Covid 19. L’avermi voluto in questo ruolo, al di là della gratificazione personale, significa che realmente FdI sta adottando una politica di sostegno al mondo del commercio (seriamente) chiamando a ricoprire determinati incarichi persone che conoscono qualcosa dei segmenti della nostra economia. Ho appena ricevuto l’incarico e sono già al lavoro. Sto infatti preparando un documento di analisi e proposta sui grandi temi del settore che sottoporrò agli organi competenti del partito per la relativa approvazione e successiva divulgazione ed appoggio nel consesso regionale”.

Dopo tanto tempo, ritorna in “pista”. Come è stato rimettersi in gioco?

“La mia strada con la Confcommercio si è divisa quasi tre anni fa e non per mia volontà, ci tengo a sottolinearlo. Una serie di scelte scellerate da parte della direzione nazionale che ha voluto azzerare la rappresentanza a livello locale per trasferire le decisioni anche per i commercianti di Salerno a Napoli. Ovviamente io ero un personaggio scomodo e da qui il divorzio. È sotto gli occhi di tutti la totale latitanza di questa associazione sui problemi che vivono i commercianti purtroppo non solo a livello locale ma anche a livello regionale e nazionale. Ormai la Confcommercio è un’agenzia di servizi, neanche tanto efficiente, disinteressata ai problemi di chi tutti i giorni alza la saracinesca ed ha il mondo contro. Non è un’associazione, la definirei un ectoplasma”.

C’è molta acredine nelle sue parole o sbaglio?

“Sì, sicuramente. Non si vive sulle spalle dei commercianti e poi quando questi hanno bisogno si preferisce la fuga. A Salerno sono stati buttati a mare 70 anni di storia con la complicità di qualche presidente incapace e non è poco”.

A Salerno la crisi economica e delle industrie non lascia scampo. Qual è la situazione che lei ha lasciato in città e cosa invece si aspetta di trovare più in generale in Campania? Cosa occorre adesso per risalire dal fondo secondo lei, soprattutto dopo il periodo delle restrizioni Covid?

“La situazione è veramente drammatica e non lo dico per aggravare i toni ma perché davvero le imprese dopo innumerevoli lockdown sono in ginocchio. L’emergenza è sotto gli occhi di tutti ed è resa ancora più difficile da un governo incompetente che continua imperterrito a non capire che intere categorie sono al lumicino. Ancora si segue il coprifuoco voluto dal ministro Speranza. Una misura illogica che solo ieri dopo tanto parlare è stato posticipato alle 23. Gli operatori della somministrazione non hanno mai rifiutato di adottare tutte le misure necessarie per fronteggiare la pandemia ma non sono stati minimamente ascoltati. Di contro abbiamo supermercati, negozi specializzati in materiale per la casa o addirittura i negozi dei cinesi che sono presi letteralmente d’assalto e dove le distanze e le cautele sono un miraggio. Tutto questo ha una sola risposta: ignoranza e menefreghismo. In Campania poi ed a Salerno la situazione non è certamente migliore. Abbiamo, nostro malgrado, dovuto convivere durante questa pandemia, che contava centinaia di morti quotidianamente, con il cabaret di quarta categoria del governatore De Luca che oltre a non avercene indovinata una ci ha ridicolizzato agli occhi del Paese. Tutti noi per mesi siamo stati accomunati a quel modo di fare, di essere e mentre la gente moriva e le aziende fallivano qui si facevano gli sketch umoristici. Ce li abbiamo sotto gli occhi tutti i famosi “miracoli” di questi grandi incapaci. L’ultimo in ordine di tempo è la chiusura de “La Fabbrica” ennesimo centro commerciale artificiale che ha buttato per strada i la- voratori e chi ci aveva investito. Quale pianifica- zione regionale commerciale ed urbanistica si è seguita nelle concessioni? Quale impatto economico è stato valutato? Quali impegni e garanzie sono state chieste ai promotori? Ed adesso? A chi si scaricherà il problema, mentre già si parla di un ulteriore mega centro commerciale nel napoletano a Pompei, un Maximall che aprirà nel 2023. È ora di dire basta a questa irresponsabilità nel governare, a questa smania di protagonismo che sta lasciando sul terreno centinaia, migliaia di lavoratori e piccole imprese”.

Rimpiange qualcosa del suo passato? Cosa vorrebbe dire al Mariano Lazzarini dirigente Confcommercio e vicepresidente della CCIA e cosa invece alla nuova guida del dipartimento regionale?

“No, non rimpiango nulla del mio passato, ho lavorato sodo e con onestà difendendo il mio territorio, promuovendolo e valorizzando. Forse direi al Direttore dell’epoca di stare attento a conferire incarichi di responsabilità a persone davvero capaci e che lo meritino. Nel nuovo incarico darò tutto me stesso come ho sempre fatto nella mia vita d’altronde”.

Cosa non va a Salerno ora? Si avvicinano le amministrative. Quali proposte e progetti, da uomo esperto e che conosce a fondo il territorio, farebbe ad un candidato sindaco? “Rispondo con una battuta: cosa c’è che va a Salerno per il commercio?

Nella nostra città c’è una profonda incultura su queste tematiche che poi è tipica dei partiti di sinistra che sotto sotto guardano sempre con diffidenza all’impresa privata considerata approfittatrice e ladrona. È un retaggio culturale dal quale non riescono a liberarsi. Le faccio un esempio concreto. L’ambulantato è regolamentato in maniera seria dalla legge ed al tempo stesso è fra i settori più martoriati dall’abusivismo. Quando segnalavo presenze estranee nei mercati o in alcune zone cittadine puntualmente venivano colpiti, da vigili zelanti, gli operatori regolari e poi solo in un secondo momento si cercava tiepidamente di individuare l’abusivo che nel frattempo o se l’era data a gambe o seppur preso aveva ben poco da perdere ma nel frattempo un bel po’ di multe in giro erano state fatte. Un candidato sindaco dovrà ripartire dall’ascolto delle categorie, dovrà avere la capacità di riprendere i fondamentali economici della nostra comunità favorendo, nella certezza del diritto, chi intende fare impresa in maniera seria agevolando questa sua iniziativa e non mettendogli i bastoni fra le ruote. È tempo di capire che per Salerno basta parlare di rotatorie, marciapiedi e fontane o di colate di cemento e palazzi ma di iniziare a costruire le fondamenta per una crescita economica della nostra comunità sostenendo i settori del commercio, del turismo e dei servizi. Solo così avremo provato a realizzare un futuro diverso per i nostri figli”.

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