Picarone: “Possiamo vincere le sfide nei collegi con una campagna porta a porta”

0
1312

Franco Picarone, designato come uno dei potenziali papabili alla corsa verso il Parlamento dalla segreteria provinciale dem, non conferma e non smentisce la sua discesa in campo. L’obiettivo, almeno stando alle sue dichiarazioni, è quello di trasporre, quanto più possibile, il “modello Campania”, che ha consentito al governatore De Luca di ottenere straripanti vittorie alle ultime regionali, anche alle elezioni politiche. Occorrerà, però, tenere conto di un centrodestra che, almeno stando ai sondaggi, risulta essere decisamente avvantaggiato nella contesa sia all’uninominale che al proporzionale. Nonostante la corrente deluchiana sia, tutto sommato, da sempre abbastanza autonoma (e, a volte, anche critica) nei confronti delle scelte della direzione nazionale, in questo caso sembra, almeno per il momento, esserci una certa compattezza. “Letta è stato leale – ha commentato infatti Picarone – sia con il premier che nelle trattative di coalizione”. 

Consigliere Picarone, è stato designato dal Pd come uno dei potenziali candidati: la sua consolidata esperienza nel partito, in effetti, glielo consentirebbe. Si aspettava di dover (ri)scendere ancora una volta in campo, dopo la caduta del governo Draghi?

“Ecco. Ha detto giusto. Potenziale candidato. Non candidato. La scelta dei candidati è data da una serie di fattori e soprattutto dalle valutazioni del partito. Su tale base conta certo l’esperienza e contano le potenzialità.  E le valutazioni sul lavoro che si sta facendo nelle istituzioni dove si opera. È importante la squadra da questo punto di vista e non il singolo. E nella squadra ognuno ha assegnato un ruolo. Quindi, a parte ogni considerazione e sicuramente la soddisfazione di essere stato considerato, non farò parte del novero dei candidati. Continuerò con impegno a svolgere le mie funzioni in regione. E farò la campagna elettorale per il PD come se fossi candidato personalmente”.

L’accordo con i moderati di Calenda è naufragato, così come quello con il Movimento 5 Stelle: è un male o un bene per il Pd sotto il profilo elettorale?

“Considero questa una fase politica molto triste. Vedo pochi leader con visione strategica. In questa tornata bisogna soprattutto guardare il sistema elettorale che richiede alleanze anche non omogenee su alcuni principi di fondo. Invece ognuno pensa al proprio orticello, a farsi il proprio partito, a coltivare personalismi e ambizioni da premier. Rischiamo seriamente di consegnare il paese a populisti e sovranisti.

Dobbiamo combattere di più in campagna elettorale per non correre il rischio di pericolose riforme costituzionali ad opera della destra, equilibrando i numeri in parlamento. Ma dobbiamo (e possiamo) vincere le sfide dei collegi. Si può fare perché la gente non ha molto gradito la caduta di Draghi, e la responsabilità di questa è evidente e ricade su Conte, FI e Lega. Da questo punto di vista il PD e Letta sono stati seri, rigorosi e leali con Draghi, e corretti nelle trattative di coalizione. Penso che questo premierà il PD nelle elezioni del 25 settembre”.

In Campania si attende un risultato in controtendenza rispetto a quello nazionale, livello al quale si prevede la vittoria del centrodestra?

“In Campania vi è un modello che è stato vincente per le regionali e le amministrative. Non dico che sarà possibile trasfonderlo automaticamente alle politiche ma si può lavorare per raccoglierne i frutti con un buon risultato superiore alla media nazionale. Occorrerà una buona comunicazione e una campagna porta a porta”.

Quali ritiene debbano essere le priorità sulle quali il Pd dovrà incentrare la sua campagna elettorale in vista della prossima legislatura?

“Sarà facile confermare il messaggio politico di un partito a forte vocazione europeista e integrato nelle alleanze del Patto Atlantico. 

Altrettanto facile comunicare la natura di un partito perno di un riformismo che guarda alle fasce deboli (salario minimo, cuneo fiscale in favore soprattutto dei lavoratori, necessità di salvaguardare e sviluppare  il welfare: soprattutto sanità e previdenza ma anche un reddito di cittadinanza riformato), all’ambiente e alla transizione ecologica, e alla modernizzazione del paese (semplificazione e sburocratizzazione, ricerca e innovazione tecnologica). Un segnale importante me lo aspetto sulla necessità di salvaguardare l’unita’ del paese rispetto alle proposte della Lega di autonomia differenziata che rischiano di aggravare i divari tra nord e sud. Infine farei giungere agli elettori la consapevolezza che per governare occorra competenza e qualità politica. Bando ad ogni improvvisazione. Solo così potrà essere affrontata una fase difficilissima e complicata che inizierà in autunno (PNRR, inflazione, approvvigionamento energetico, esigenza di autorevolezza internazionale per il nostro Paese)”.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here