Pino Bicchielli: “Io, salernitano fino al midollo”

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“Dunque è ufficiale. Partito da Salerno, mia terra natale, terra della mia gioventù e della mia formazione, terra del mio cuore e delle mie amicizie, terra di bellezza e cappe di potere, terra di dinastie opprimenti e potenziali inespressi, torno a Salerno investito di una candidatura a rappresentare in Parlamento le istanze del territorio”. Si è aperta così, nella tarda mattinata di oggi, non appena ricevuto l’annuncio dell’ufficializzazione da Roma, la campagna elettorale di Pino Bicchielli, candidato all’uninominale per il centrodestra alla Camera dei Deputati nel non facile collegio di Salerno. La candidatura di Bicchielli,  classe 1967, giornalista, laureato in economia, ed esperto di sistemi elettorali, è stata, in un certo senso, la novità che più ha sconvolto il panorama politico-elettorale salernitano, soprattutto nel perimetro del centrodestra, che, probabilmente si aspettava un nome più “presente” nel dibattito cittadino. Dal quale, tuttavia. Bicchielli non si era mai del tutto allontanato. Dopo aver lasciato Salerno a metà degli anni ’90 Bicchielli era stato impegnato, a vario titolo, in varie formazioni politiche di centro, dall’Udeur ad Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli, Italia Unica di Corrado Passera, prima di approdare in “Idea” di Gaetano Quagliariello e, poi, in “Italia al Centro” di Giovanni Toti. Nel 2016 fu uno degli ideatori e promotori, in quota Passera, della (sfortunata) candidatura di Gianluigi Cassandra, all’epoca presidente dell’Asi, a sindaco di Salerno (fase che vide, tra l’altro, protagonista, anche Alessandra Caldoro, oggi dirigente napoletana di Fdi). Il centrodestra di quell’epoca, tuttavia, era profondamente diviso: oggi lo scenario sembra essere – almeno stando ai sondaggi – profondamente diverso. “Farò di tutto per esserne all’altezza, con tanta umiltà e altrettanta determinazione”, ha commentato Bicchielli dopo aver “smentito” quelle che definisce “fake news” sulla sua non – salernitanità. “Sono stato costretto come tanti giovani della nostra terra – ha commentato – A lasciare la nostra città per poter fare carriera: adesso è il momento di rappresentarla”. Ha sempre masticato politica ma per la prima volta si confronterà in un collegio uninominale, peraltro in una sfida complessa: che impressioni prova?

“A differenza di quanto si dica Salerno è un collegio storicamente di centrodestra, la sfida è eccitante, e sembra che la nostra coalizione sia in vantaggio, la scorsa volta la corazzata di De Luca addirittura arrivò terza. Sono andato via da Salerno e ho fatto tutta la gavetta, e, quindi, non ho assolutamente paura”.

Il collegio inizialmente doveva essere assegnato a Forza Italia; poi, la scelta dei Moderati.

“La decisione presa a livello nazionale è stata quella di affidare il collegio ai Moderati: prima c’è stata una indicazione su Quagliariello, che ha, poi, declinato l’invito in quanto preferiva una candidatura del territorio”.

Si dice che lei non sia salernitano: sui social circolano varie ipotesi sulla sua città d’origine, da Lucca a Reggio Emilia, probabilmente dovute al fatto che è stato, giocoforza, distante fisicamente dalla città. E’ così?

“Sono salernitano, nella mia generazione mi conoscono tutti, sono andato via da questa città a trent’anni per fare il portavoce nazionale dell’Unire, importante ente di stato che gestiva l’ippica, pur non essendo stato un figlio di papà. Vivevo con mia nonna, che faceva la bidella, a Via Lucio Petrone, ho fatto le scuole medie a Salerno ed il liceo classico De Sanctis, per poi studiare economia e commercio nel nostro ateneo: nella nostra città ho svolto anche attività sportive ed associative. Il mio orgoglio è che Salerno mi abbia scelto come candidato per rappresentarla: sono dovuto andare via da Salerno semplicemente per una crescita professionale, come tanti giovani che sono stati costretti a farlo, quindi si tratta di un importante riconoscimento ad un salernitano. Nonostante la distanza dalla mia città di origine per il lavoro che mi ha sempre portato a Roma, non sono mai stato lontano nemmeno dalle vicende amministrative della città; infatti, nella tornata elettorale del 2016, sono stato uno dei principali promotori della candidatura di Gigi Cassandra a Salerno in un momento in cui il centrodestra era spaccato e con percentuali decisamente inferiori rispetto a quelle attuali. Sono stato sempre orgoglioso a Roma della mia salernitanità, tutti a Roma mi conoscono come “Pino il salernitano”; sono sicuro che sarò eletto per rappresentare le istanze del territorio, di cui certamente mi farò portavoce già a partire dalle primissime ore della campagna elettorale. Del resto, tutti gli alleati di centrodestra hanno accolto la proposta, che è stata siglata anche da Salvini e Meloni.

Lei è un uomo moderato, la cui esperienza politica si è strutturata sempre al centro: quale crede, dalla sua posizione, sia il punto di forza della coalizione di centrodestra e perchè è opportuno preferirlo al centrosinistra.

“Vorrei mettere due dati politici in luce: il primo è che c’è una grande compattezza nel centrodestra nonostante viviamo in una fase molto critica. I candidati sono stati scelti con una discussione forte e condivisa da tutti. Abbiamo le condizioni politiche per governare questo paese in quanto si riconosce la forza della nostra azione politica. Il secondo dato che vorrei mettere in luce è che il centrosinistra, ormai, è diviso: il Pd è diventato sinistra, Calenda e Renzi provano a fare il centro con andamento ondivago dopo il tentativo di Calenda di allearsi col Pd, mentre il Movimento 5 Stelle ha perso completamente la sua spinta innovativa. La coalizione che può dare risposte all’Italia è il centrodestra. E la spaccatura del centrosinistra, o, meglio, la fine della stagione del Pd, si sta traducendo anche a livello locale, basti pensare a quanto accaduto a Salerno con l’abbandono di Alfonso Andria ma anche nella vicina Basilicata con il caso Pittella”.

Fino a stasera ha lavorato a Roma alla chiusura delle liste, nei prossimi giorni tornerà nella sua città natale: come si sta organizzando il suo partito a Salerno?

“A Salerno abbiamo puntato molto sui giovani: capolista dei Moderati nel proporzionale, non a caso, è Massimiliano Marotta. E’ da loro che si deve ripartire, rendendoli protagonisti e non semplici spettatori della competizione politica che si prospetta all’orizzonte”.

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