Res, l’esperienza culinaria ai Laghi Nabi

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Lo chef Emanuele Mosca riparte dalla grande struttura nature-addicted di Castelvolturno

La natura, la testimonianza del tempi, uno scrigno nascosto. Una vera e propria sorpresa capace di ricordare la resilienza e la forza di un territorio che vuole continuare a donare i suoi frutti a chi ha saputo prendersene cura nel suo momento di massima vulnerabilità e a chi sceglie di rispettare i suoi ritmi.

E’ con questo spirito che l’oasi naturale “Laghi Nabi” inizia una nuova fase del suo percorso di valorizzazione a 360 gradi di un territorio, quello del litorale domitio, che per troppo tempo è stato ostaggio dei rifiuti e della camorra. Certo, c’è ancora tanto da lavorare per migliorare le sorti di una zona che ancora oggi appare come molto degradata, ma la sapienza di un’imprenditoria lungimirante – e anche la capacità di scommettere in sinergia con le istituzioni locali – sta iniziando a raccogliere i suoi frutti.

L’oasi naturale dei Laghi Nabi è, infatti, “impreziosita” dal Plana Resort da poco meno di un decennio: di recente, però, la mega struttura di Castelvolturno ha ingranato marce sempre più alte e, come si direbbe in gergo, tirato la volata non solo alle sue sorti, ma anche a quelle dell’intero comprensorio. La cittadina del litorale casertano non è più (soltanto) sinonimo di Villaggio Coppola, malavita, immigrazione irregolare e disagio sociale.

Ma, anzi, si affaccia ad un turismo di qualità, prestando anche particolare attenzione alla riscoperta di un paniere di prodotti locali di assoluta eccellenza che affondano le proprie radici storiche nella fertile magnificenza della Terra Laboris di romana memoria. Una visita al “Plana Resort” è senz’altro un’esperienza interessante: si parcheggia comodamente ai margini della riserva dei Laghi Nabi, ci si imbarca sulle classiche navette da golf che costeggiano un’atmosfera lacustre ovattata e silente, davvero insolita per chi, come noi, vive in Campania, abituato al dinamismo di un mare più – o meno – sconfinato. Nell’oasi naturale in cui ci si addentra convergono il glamping più grande del Sud Italia, una struttura alberghiera 4 stelle, la prima water spa della Campania, e, last but not least, il Nabi Restaurant.

Nuova creatura presentata ieri sera alla stampa è il ristorante Res, che prova a racchiudere la filosofia di fondo dell’oasi naturale:  nel caso di “Res” si è scelto un rimando allo stato d’animo, ai valori, agli ideali, alla visione a cui si ispira questo progetto: Resilienza, respect (rispetto), restituire, restare, respirare.

Valori, questi ultimi, che si riflettono nella cucina di Emanuele Mosca, che prova a fondere tra loro eccellenze campane, in una simbiosi pulita e naturale di sapori. Dopo un’aperitivo nella “Serra” a base di tipicità del casertano rielaborate in chiave creativa, la cena, che ha voluto rappresentare un’anteprima di quanto sarà, poi, proposto in carta – in chiave più ampia – sin dalle prossime sere, è stata servita all’interno del “Res”, arredato con sapienza sotto l’occhio attento dell’architetto Rosanna Pellegrino. Partenza con un baccalà in foglie di verza su crema di fagioli “dente di morto” di Acerra, cui è seguito un risotto con canocchie di mare locali, lime e zenzero. Il secondo piatto ha visto forte l’influsso salernitano, segno della volontà dello chef Mosca di allargare la propria vision culinaria anche ad altre zone del territorio: la scelta della materia prima del piatto, una triglia di Licosa, non poteva essere più centrata, nel connubio con una crema di friarielli napoletani e spuma di mozzarella di bufala campana Dop. Chiusura con un dessert che ha visto anch’esso un forte richiamo alle eccellenze della provincia salernitana: cremoso alla nocciola di Giffoni, biscotto morbido di castagne di Roccamonfina, sorbetto alla mela annurca Dop della Valle di Maddaloni. Interessante e attenta anche la scelta dei panificati che hanno accompagnato il percorso degustativo, dal pane rustico alla lavanda e miele prodotti direttamente all’interno dell’oasi naturale, grissini all’origano di Caserta Vecchia, sfoglia di pane all’olio extravergine di produzione propria “Terre Aurunche”. In abbinamento non poteva mancare un Falerno del Massico bianco della Tenuta Bianchino, della casertana Falciano del Massico.  

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