SALERNO, RIEQUILIBRIO: NON ABBIAMO PIU’ NIENTE, NEPPURE GLI OCCHI PER PIANGERE

Gentile Direttore,

chi amministra una Comunità lo fa ‘mettendoci la faccia’, come si dice. I soldi, li mettono i cittadini, magari anche con sacrificio. Così, spendendo soprattutto queste risorse, il Comune fa quanto necessario per migliorare le condizioni di vita assegnando appalti ed incarichi e verificando che le prestazioni siano rispettose del bisogno collettivo. Sarebbe tutto abbastanza semplice. Tuttavia, a guardare le condizioni generali della Città, non sembra manchino detestabili esempi di incuria, di indifferenza o di incompetenza. Come nel caso del Parco del Mercatello, completamente da rifare pur se assegnato alle cure di terzi proprio per evitarne il degrado, diaree pubbliche ‘disfatte’, di pavimentazioni che si aprono e, ‘chicca’ finale, del chiodo conficcato in un platano per tenere insieme lasiepe di un’aiuola a Piazza Alario. Comportamento davvero sciagurato! Aver pagato, senza un risultato accettabile, è mortificante per chi ci ha messo i soldi e non ha nessuna possibilità di chiederne la restituzione. 

A tutto questo si aggiungono notizie preoccupanti sulla condizione finanziaria dell’Ente, nonostante l’approvazione del Bilancio 2021 con le confortanti parole dell’Assessora al Bilancio, dott.ssa Adinolfi. Oggi, si sente parlare di una ’significativa’ posizione debitoria, dell’adesione al decreto Aiuti destinato alle Città in deficit avanzato, per non dire pre-dissesto o dissesto, e dell’aumento delle imposizioni a carico dei cittadini che, appunto, sono chiamati a pagare. In verità, c’è poco da fare. Bisogna mettere mano alla tasca. Per davvero.

Nella proposta di adesione al decreto, preparata dall’Assessora ed inviata al Governo, dopo la previsione dell’addizionale Irpef e della tassa d’imbarco, si parla della valorizzazione, cioè della vendita, del patrimonio immobiliare (fonte: Comune). Adesso, sembra che tutto debba cambiare. In primo luogo, si deve fare l’elenco informatico dei beni, anche nella prospettiva della regolarizzazione catastale/urbanistica di quelli ‘fuorilegge’ e delle manutenzioni da eseguire. Poi, bisogna ricercare nuove modalità di vendita con il ricorso a fondi immobiliari, adeguando prima lo strumento urbanistico per accrescere gli ‘appetiti speculativi’ dei potenziali interessati. Ancora, si deve adottare un regolamento per le locazioni e predisporre uno scadenzario dei contratti per la revisione dei canoni, “in particolare a titolo gratuito o a canone agevolato” (cit.). Infine, ci sono da sistemare le assegnazioni cimiteriali e i rapporti con le Congreghe. Ci vorrà un Gruppo di Lavoro di persone preparate. Se si dovrà pagare, nessun problema. Ci penseranno i cittadini-bancomat. Ci sono proprio per questo!

Una domanda: ma, fino ad oggi, queste ‘proprietà di tutti’ come sono state gestite, e da chi? 

Sul sito web del Comune, l’ultimo elenco dei beni pubblici risale al 2016 e riporta 918 immobili, di cui ben 788 sono alloggi ERP e 115, tra terreni, appartamenti, negozi ed altro, sono classificati come ‘patrimonio disponibile’, cioè destinato alla vendita. Per gli alloggi ERP, i canoni annuali, giustamente calmierati, sono nella maggior parte inferiori ai 1.000euro, alcuni fino ai 2.000 e, pochissimi, fino al massimo di 3.700. Cioè, da € 85 a € 310 al mese. Tra gli altri 115 immobili, salvo ogni errore, ci sono 40 locali e depositi, 13 suoli e, tra altri cespiti, 44 appartamenti concessi, a titolo gratuito, alleAssociazioni. Non è agevole giudicare questi fitti, mancando le descrizioni. Tuttavia, nei giorni scorsi, la stampa ha denunciato alcuni casi davvero eclatanti, come il negozio al centro, di mq. 272,a € 1.124 annui, l’altro di mq. 34 a € 634, o l’area espositiva, a sud-est, di mq. 3.760 a € 1.702 annui (fonte: Cronache). In ogni caso, il tabulato dice che, nel 2016, la somma dei fitti era pari a € 921.917,81 con un incasso di € 178.842,20, manco il 20%. All’opposto, si legge che l’Ente aveva assunto in fitto 15 immobili per ben € 503.085,81. Cioè, ci aveva rimesso circa 300mila euro. E’ da aggiungere, infine, che nel Bilancio 2021 risultano presenti fitti/canoni non riscossi, tra i Residui Attivi, per € 10.805.559,00. In sostanza, mancherebbero gli incassi di circa 15 anni. Ma, non è finita qui.

Se, nel 2016, i beni da vendere erano 115, nell’ultimo ‘Piano delle Alienazioni’, rilasciato nel 2021, ne sono elencati solo 61 per un valore totale di € 13.265.700,18. Quindi, ne mancherebbero 54, se i conti sono esatti. Dove sono andati a finire? Comunque, dopo l’ultima vendita ‘di Capodanno’, il 30/12/2021, comprendente anche terreni demaniali dei lidi di Torre Angellara, oggi il totale sarebbe di 57 per un controvalore di € 12.029.280,18. Bisogna aggiungere che nel Piano 2021 c’erano anche quattro aree cosiddette Prog., di riqualificazione, per € 14.101.460,00. Il 30/12 sarebbe ‘passata di mano’ l’area del Campo Volpe e, ora, ne resterebbero tre per €7.112.500,00. Sono dati riportati salvo errore e con l’uso del condizionale perché, nella Città della Trasparenza, non sembra ci siano informazioni sul sito web. Forse, per rispettare il diritto alla privacy?

In conclusione, oggi ci sarebbero da vendere 60 beni percomplessivi € 19.141.780,18, a valore di carico. Cioè, NIENTE, a confronto di debiti per € 539,9milioni presenti a fine 2021 (fonte: Bilancio). Chissà, può essere che ora sia necessario vendere pure il ‘Palazzo’, magari per farci delle residenze vista-mare per anziani.

Siamo arrivati al disastro e nessuno si è preoccupato di gestire al meglio i beni di tutti. Eppure, una Città ‘smunta’ non è l’effetto di una negativa congiunzione ‘astrale’, ma di qualcosa di molto più‘terra-terra’. E, gli Assessori, i Consiglieri, i tecnici, dove erano? Sarebbe il caso di dire qualcosa sulla ‘distruzione’ del ‘Patrimonio di tutti’, anche per allontanare ogni sospetto. Cioè: è l’effetto di errori o di ‘compiacenze’ sulla pelle della Comunità? E, dove sono finiti i soldi visto che anche le ultime vendite sono servite a niente? Sono domande fatte senza malizia e con salvezza della buona fede.

E’ facile, adesso, far pagare tutto ai cittadini. La dott.ssa Adinolfi, che si occupa di queste cose, dovrebbe spiegare più e meglio le cause di una indegna situazione che, senza forse, porterà la Città al disastro totale con la perdita degli ‘ultimi stracci’ dell’intero patrimonio. Per i ‘poveri’ cittadini, che nulla possono, potrebbe pure essere un ‘onore’ rimetterci i soldi, rispetto alla faccia di qualche altro, ma sarebbe davvero inopportuno rimetterci anche laprofessionalità e la credibilità. Magari, con disonore.

Alfonso Malangone – Ali per la Città 

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Redazione