Sanità, dossier campano al governo Meloni: «Qui un disastro, s’intervenga»

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Doveva essere la rivalsa di Vincenzo De Luca, dopo la gestione del centrodestra e del commissario di governo, ed invece il presidente della regione Campania potrebbe scivolare proprio sulla sanità. “Mai più ultimi” fu lo slogan di De Luca che in prima persona ha deciso di guidare l’assessorato alla sanità campana, assumendosi di fatto la completa responsabilità politica. I dati ma soprattutto le esperienze raccontante e denunciate mostrano un quadro preoccupante della sanità in regione Campania. D’altronde basterebbe entrare in un pronto soccorso di un qualsiasi ospedale per rendersene conto. File interminabili, assenza di personale mista ad impreparazione e insofferenza, autogestione di parte delle strutture e dei servizi. Il tutto a danno dei cittadini e dei loro bisogni più impellenti, quali sono quelli della propria cura e salvaguardia. La rete territoriale quasi inesistente, l’organizzazione delle strutture sempre più in affanno, i tetti di spesa che si esauriscono in pochi giorni. Il disastro è presto servito, soprattutto negli anni del Covid e dell’impreparazione nella gestione del virus che ancora mantiene alta l’attenzione soprattutto in Campania. Del Covid, inoltre, qui paghiamo ospedali modulari – divenute vere e proprie e costose – cattedrali nel deserto, a partire da quella che fa bella mostra in uno dei parcheggi del “Ruggi d’Aragona”. E proprio a Salerno, dove il governatore ha annunciato più volte la realizzazione del nuovo policlinico, disegnato da un archistar e di ultima generazione, che le criticità – nell’attuale e malconcia struttura ospedaliera – si fanno più sentire. La manutenzione di spazi e aree è sempre più un miraggio e i servizi sono spesso agganciati alla disponibilità dei singoli reparti che ad una organizzazione complessiva di uno degli ospedali di riferimento della provincia di Salerno. Di eccellenze poca roba, dopo il normale esodo di giovani e brillanti medici verso il nord e strutture più all’avanguardia e strutturalmente organizzate nella cura dei pazienti. Si pensi che in alcune circostanze perfino le ambulanze soffrono dell’assenza di medici a bordo, con tutte le conseguenze del caso, anche in caso di trasporto in ospedale. Alcuni triage sono degni di storie cinematografiche con pazienti che attendono anche mezze giornate prima di avere un proprio responso. Altra scena riguarda le lunghe code di ambulanze che ancora sono presenti, quasi quotidianamente, all’ingresso del pronto soccorso del ‘Ruggi d’Aragona’. Solo ieri, così come denunciato dalla deputata di Fratelli d’Italia, Imma Vietri, in “coda anche una persona anziana di 90 anni”. «Ogni giorno e ogni notte sempre le stesse immagini negli ospedali campani. Siamo di fronte ad una situazione sconcertante oltre che indegna su cui si deve intervenire subito. Mi sembra strano – sottolinea Vietri – che al governatore De Luca non arrivino queste notizie visto che, soltanto venerdì scorso, ha fatto sapere di aver ricevuto segnalazioni rispetto alle criticità del Cardarelli di Napoli per le lunghe file di ultraottantenni davanti agli sportelli per il pagamento del ticket», afferma Imma Vietri. «E’ mai possibile che in sette anni non si sia mai reso conto delle intollerabili criticità in cui versano i pazienti e sono costretti a lavorare medici, infermieri e volontari del 118? Negli ospedali salernitani e campani mancano i posti letto, il personale e persino le barelle. Ormai si è davvero toccato il fondo e mi domando: ma il presidente della Regione Campania dove vive?», l’interrogativo di Vietri. Proprio Fratelli d’Italia ha organizzato a Salerno una marcia contro la gestione della sanità in Campania, appellandosi ai cittadini. L’appuntamento è per il 27 ottobre, a partire dalle ore 18,30, in piazza Vittorio Veneto. L’ex deputato Simone Valiante s’appella anche al nuovo governo: “Si dialoghi per affrontare una emergenza epocale” e a De Luca consiglia: “di dotarsi almeno di un assessore regionale alla sanità e di una task force che affronti le grandi emergenze”. Tra queste la riorganizzazione delle reti oncologiche e di emergenza che stando ai dati del Ministero della Salute collocano la Campania ai primi posti per morti di cancro e di cuore. Più che una emergenza in una Regione in cui il diritto alle cure e alla salute è sempre più strettamente collegato al noto titolo wertmulleriano “Speriamo che me la cavo”.

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