Sgombero clochard, associazione Brigata-Unità di strada: “Più decoro urbano umano”

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E’ ancora polemica sul caso del clochard allontanato dalla Polizia Municipale sul Corso Vittorio Emanuele. Sulla vicenda interviene anche l’associazione di volontariato ‘Brigata – Unità di strada’ che scrive: “Siamo da quasi 3 anni in prima linea nel sostegno alle estreme povertà, alle persone che con poco o nulla, per tante motivazioni diverse, si ritrovano a vivere in strada.
Ci siamo abituati ad assistere ad incredibili ondate di solidarietà da parte di tante persone, che hanno dato il proprio contributo in varia forma e misura, accettando gli inviti che, nel tempo, abbiamo rivolto alla cittadinanza. Allo stesso modo, però, in tante altre occasioni, siamo rimasti negativamente sorpresi nel constatare un accanimento, spesso ingiustificato, nei confronti delle persone senza fissa dimora. Siamo testimoni – prosegue la nota – delle violenze subite da un uomo che vive da tempo, in via Lungomare Marconi, sotto una pensilina degli autobus che oramai chiama “casa”; abbiamo più volte denunciato la disinformazione e l’accanimento di alcuni quotidiani online locali nei confronti di chi, senza avere alternativa, si accampa in strada; abbiamo visto innalzare invalicabili recinzioni presso un’area abbandonata annessa alla struttura del Grand Hotel Salerno per impedire lo stazionamento notturno di alcune persone che usavano dormire lì per ripararsi dal gelo; della rimozione di cartoni e coperte siamo costantemente informati proprio dalle donne e dagli uomini che vivono in strada e che chiedono, ancora una volta, sera dopo sera, alle unità di strada di turno e non solo, la donazione di qualcosa, qualsiasi cosa, che possa proteggerli dal freddo.
Spesso la logica che guida questi atti è quella della salvaguardia del decoro urbano e dell’ordine pubblico. Tuttavia, crediamo che la questione sociale non possa essere ridotta ad un mero problema ‘urbano’ e di sicurezza, ma che sia necessario fare qualcosa di più per salvaguardare la salute e la sicurezza di queste persone. In questi giorni – aggiungono i volontari – siamo venuti a conoscenza di un pattugliamento della polizia municipale che avrebbe spinto Noffu, un ragazzo di origini Curde, che da un po’ di tempo incontriamo presso i portici di Corso Vittorio Emanuele, a scappare perché impaurito dalla presenza degli agenti in divisa. Il ragazzo in questione, che parla solo turco e ‘mastica’ un po’ di tedesco, ha circa 35 anni ed è fuggito qualche anno fa dalla drammatica situazione che la popolazione curda vive in Medio Oriente, vittima di numerosi genocidi, di accordi internazionali svantaggiosi ed incastrata tra l’ostilità della Turchia e gli attacchi dell’ISIS. Lo abbiamo conosciuto durante il nostro consueto ‘servizio’ del sabato sera e fin da subito ci siamo attivati per provvedere, insieme a lui e con l’aiuto di altre realtà cittadine, alla protezione e alla richiesta di tutela per chi, come lui, proviene da territori di conflitto”. “Quanto si apprende – continua l’associazione Brigata – dalla denuncia lanciata dall’associazione Venite Libenter è che Noffu, due mattine fa, ha subito il sequestro di coperte ed effetti personali da parte della Polizia Municipale, allertata da alcuni commercianti ‘disturbati’ dalla sua presenza e che ieri sera, più pattuglie, abbiano nuovamente tentato di sgomberare i suoi effetti personali, fermate solo dalla pacifica opposizione di chi conosce Noffu e, con solidarietà, si è seduto accanto a lui, sulle sue coperte. Il Comune smentisce e specifica che coperte e cartoni, sottratti a Noffu solo due giorni fa, sono stati trasferiti al comando di Piazza Vittorio Veneto in attesa di Salerno Pulita, ma solo una volta che il ragazzo si era dileguato alla vista della pattuglia. In entrambi i casi, l’accaduto è grave e sintomo di qualcosa che non funziona in città. Sequestro o meno, dalle Istituzioni locali, come gruppo di volontariato, ci aspettiamo ben altro, una risposta più adeguata e sicuramente più umana, che non vanifichi il lavoro e l’impegno delle associazioni. Non è giustificabile, ne’ auspicabile l’utilizzo delle forze dell’ordine laddove c’è un altro tipo di necessità: ascolto, comprensione e accompagnamento sociale.
È un mesto episodio che purtroppo si ripropone da tempo in città come questo caso di sequestro di effetti personali appartenenti a un senza fissa dimora, avvenuto nel 2016 da parte della Polizia Municipale, in pieno periodo di ‘Luci D’Artista’ (https://www.facebook.com/…/senzatetto…/1445279488819488/). Chi ha il potere di disporre interventi nei riguardi di chi vive in strada può scegliere come portare avanti la propria iniziativa: o con azioni politiche lungimiranti e risolutive, che si servano dell’esperienza di assistenti sociali, psicologi, legali, interpreti (quando, come in questo caso, ci si relaziona e persone straniere), oppure con azioni di polizia, a nostro avviso inutili e forzate, che ristabiliscono solo momentaneamente “l’ordine” in una realtà che, in questo modo, mette ancora una volta da parte la tutela e la salvaguardia degli ultimi”. “Quel che abbiamo capito – concludono i volontari – attraverso la nostra opera solidale di questi anni è che le situazioni di chi vive ai margini sono complesse e, come tali, richiedono, per l’appunto, risposte complesse. Come avviene in altre città italiane e in altre nazioni vorremmo che ci fosse un percorso personalizzato per ognuno, che accompagni verso il re-inserimento sociale. Siamo consapevoli che per far questo c’è bisogno di risorse, programmazione, impegno e soprattutto tempo. Nel frattempo, però, non si può improvvisare, lasciando al privato cittadino, che si organizza in associazioni, il lavoro più duro e profondo, demandando alla polizia la difesa di ordine pubblico e pulizia, che non ha nulla a che fare con l’umanità e l’affabilità delle persone che incontriamo in strada e che abitano sui marciapiedi della nostra città”.

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