Signori, mezz’ora!

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di Gaetano Stella

In Teatro, ogni volta che ci si prepara ad andare in scena, ci sono tanti piccoli rituali che devono essere svolti. Alcuni hanno una valenza tecnica ed organizzativa, altri sono più personali, ed hanno a che fare con la scaramanzia e con gli esercizi che controllano l’emozione e la tensione. Ma andiamo alle cose che servono per regolare professionalmente l’inizio dello spettacolo ed in particolare alla figura del Direttore di scena che, tra gli altri compiti, ha quello di scandire il tempo che manca all’apertura del sipario. Ed ecco quindi la sua voce garbata e determinata che annuncia nei camerini: Signori, mezz’ora! Questo per l’attore, diventa una chiamata alle armi, ci siamo quasi. Un ultimo ritocco al trucco, un controllo definitivo dell’oggettistica che va usata in scena, un sorso di caffè, uno scambio di battuta con un compagno di scena sul ristorante dove si andrà nel dopo spettacolo. Signori, quindici minuti! In sala si avverte ancora un leggero brusio, la concentrazione si fa massima, si spengono le luci di servizio del palco, si fanno dei profondi respiri che allentano la tensione, si aggiusta un’ultima volta il costume, che non ne ha assolutamente bisogno. Signori, cinque minuti! Ci siamo. Si sente il brusio degli spettatori che lentamente finisce, il solo rumore è il battito del cuore che, da adesso all’entrata in scena, ti accompagna, dando il ritmo alle tue emozioni. Una irrefrenabile voglia di cominciare si scontra con la paura di farlo. Questa strana sensazione così irrazionalmente contrastante, è una dei motivi che rende questo lavoro, meravigliosamente unico. Signori, chi è di scena? Questa è la frase fatidica, una specie di formula magica. Sì, perché se è vero che in Alì Babà e i quaranta ladroni: “Apriti sesamo!” era la formula per aprire la caverna del tesoro, in Teatro: Chi è di scena? È la formula per aprire il sipario. Da quel momento in poi, niente più scansioni temporali, niente più pensieri, paure; a sipario aperto resta solo l’attore con il pubblico e, per esistere, l’uno ha bisogno della presenza dell’altro. In questa duplice indispensabilità si esplica il miracolo del Teatro.

Un anno intero senza queste emozioni, mi manca tutto del Teatro, anche il Direttore di scena. Forse soprattutto lui. Sì, perché da quando è cominciata questa pandemia, quello che mi ha tenuto maggiormente in ansia, è la mancanza di qualcuno che scandisse il tempo, uno che dicesse: Signori, mezz’ora! O anche: Signori, un mese! Avrei capito anche: Signori, un anno!… Certo mi rendo conto che non era così facile e non lo è ancora, ma quest’incertezza ci sta consumando. E allora ben venga un Direttore di scena che ci scandisca il tempo, qualunque esso sia, fino a dare a tutti noi il: Chi è di scena? E aprire finalmente, per tutti, il sipario della vita!

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