Trotula De Ruggiero, prima donna medico della storia

di Michele Di Popolo

Trotula De Ruggiero è stata la prima donna medico della storia. Questo è quanto tramandato dalla tradizione e dagli scritti dell’epoca. Che sia veramente così non ci è dato di sapere con certezza. In ogni caso questo è un altro primato che appartiene alla città e alla Scuola Medica Salernitana. Trotula nacque a Salerno, nell’XI secolo dalla nobile famiglia normanna De Ruggiero, famosa al suo tempo per aver donato a Roberto il Guiscardo parte dei propri averi per la costruzione del Duomo di Salerno.

Grazie alle sue origini, Trotula ebbe l’opportunità di intraprendere studi superiori e di avvicinarsi agli studi della medicina. Sposò il medico Giovanni Plateario, da cui ebbe due figli, Giovanni Plateario il Giovane e Matteo, che proseguirono l’attività dei genitori. Trotula è la più nota tra le mulieres salernitanae, ovvero le appartenenti a quella cerchia di studiose che insegnavano o erano attive intorno alla Scuola medica di Salerno. La sua figura fu celebre nel Medioevo in tutta Europa, in particolar modo per gli studi legati alla sfera femminile.

Ebbe idee innovative sotto molti aspetti: considerava che la prevenzione fosse l’aspetto principale della medicina e propagava nuovi e per l’epoca insoliti metodi, sottolineando l’importanza che l’igiene, l’alimentazione equilibrata e l’attività fisica rivestivano per la salute. Non ricorse quasi mai a pratiche medievali rivolte all’astrologia, alla preghiera e alla magia. In caso di malattia consigliava trattamenti che includevano bagni e massaggi. I suoi consigli erano di facile applicazione e accessibili anche alle persone meno abbienti.

Le sue conoscenze in campo ginecologico furono eccezionali e molte donne ricorrevano alle sue cure. Fece nuove scoperte anche nel campo dell’ostetricia e delle malattie sessuali. Cercò nuovi metodi per rendere il parto meno doloroso e per il controllo delle nascite.

Si occupò del problema dell’infertilità, cercandone le cause non soltanto nelle donne, ma anche negli uomini, in contrasto con le teorie mediche dell’epoca. Annotò queste scoperte nella sua opera più conosciuta il De passionibus Mulierum Curandarum (Sulle malattie delle donne), divenuto successivamente famoso col nome di Trotula Major. L’altra grande opera è De Ornatu Mulierum (Sui cosmetici), un trattato sulle malattie della pelle e sulla loro cura, detto Trotula Minor. L’idealizzazione della sua figura, divenuta quasi leggendaria, ha portato alcuni studiosi a metterne in dubbio la storicità. Nel XIX secolo infatti alcuni storici, tra cui il tedesco Karl Sudhoff, negarono la possibilità che una donna avesse potuto scrivere opere così importanti e cancellarono la presenza di Trotula dalla storia della medicina.

La sua esistenza fu però recuperata, con gli studi di fine Ottocento, dagli storici italiani per i quali l’autorità di Trotula e l’autenticità delle Mulieres Salernitanae sono sempre state incontestabili. A Salerno, Trotula De Ruggiero, è oggi una strada nel cuore del Centro Storico. Molti ignorano il peso del personaggio e della sua opera nella storia della città e della Medicina in Europa. Purtroppo i suoi manoscritti non sono conservati nella sua città natale, ma sparsi nei diversi musei europei.

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Redazione