Vietri (FdI): «Sanità negata durante la pandemia, un’emergenza destinata a continuare»

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«Il tributo che pagheremo alla pandemia, in termini di vite umane, rischia di essere ben più alto del numero delle vittime del Covid-19 se non si provvederà immediatamente ad una riorganizzazione dei servizi sanitari». Imma Vietri, dirigente di Fratelli d’Italia, invoca un cambio di rotta nella governance del sistema sanitario in Campania per contenere le conseguenze indirette dell’emergenza Coronavirus. «Nei primi nove mesi dello scorso anno in Campania c’è stata una riduzione dei ricoveri del 25% rispetto allo stesso periodo del 2019. Ancora più drastica la riduzione delle attività ambulatoriali: la media regionale è del 41%, ma ci sono ben 34 tipologie di prestazioni che sono state ridotte dal 50 al 67 per cento. Fortemente ridotte le attività di screening. Dietro questi numeri ci sono vite umane, persone alle quali è stato detto che dovevano attendere per il ricovero o per effettuare ad accertamenti, o che l’intervento chirurgico a chi dovevano sottoporsi è stato rimandato a data da destinarsi. Se non si vuole arrivare fuori tempo massimo, con persone che presentano un quadro clinico ormai compromesso dal decorso della malattia, occorre ridurre i tempi di attesa che, già lunghi prima dello scoppio della pandemia, si sono ulteriormente dilatati».

Per la dirigente di Fratelli d’Italia, però, i presupposti non lasciano ben sperare. «Il monitoraggio periodico dei tetti di spesa per le prestazioni fornite dalle strutture sanitarie convenzionate ha messo in evidenza come, per alcune specialità, l’intero budget 2021 sarà esaurito in sei mesi. In provincia di Salerno è il caso Radiologia. Questo significa – spiega l’esponente di FdI – che solo fino a giugno sarà possibile ricorrere alle prestazioni dei privati in regime convenzionato, poi i pazienti dovranno pagare di tasca propria. Stesso discorso varrà per Cardiologia a partire da fine luglio e per Diabetologia a partire da fine agosto. È evidente come occorra rivedere il meccanismo dei tetti di spesa, alla luce dell’emergenza creata dalla pandemia. Diversamente, nei prossimi mesi tantissime persone saranno costrette a prenotare esami clinici e accertamenti diagnostici esclusivamente presso le strutture pubbliche, con la conseguenza che si allungherebbero ancora di più le liste d’attesa».

E proprio sul Piano Operativo Regionale per il recupero delle liste di attesa si concentra l’attenzione di Imma Vietri. «A fine anno scorso, il Piano è stato aggiornato, ma permangono delle perplessità. In una logica di programmazione, un piano dovrebbe indicare non solo le modalità operative, ma anche i tempi di risoluzione del problema. Al contrario, nel documento della Regione Campania si parla solo, genericamente, di un avvio delle attività di recupero e di un monitoraggio da effettuare periodicamente. Insomma, più che un piano, sembra un diario delle buone intenzioni. Eppure, si prevede una spesa di circa 35 milioni di euro per garantire un numero di ricoveri e prestazioni ambulatoriali che consenta di recuperare i ritardi accumulati. Sul piano operativo, si prevede – tra l’altro – un incremento dell’orario di apertura degli ambulatori e delle sedute di sala operatoria per tutta la fascia oraria 8-20, il sabato e la domenica. Soffermandosi su questo singolo aspetto si comprende subito la debolezza del piano: con gli anestesisti dirottati nei reparti di terapia intensiva e sub intensiva dell’area Covid, appare improbabile un aumento del numero delle sedute operatorie. Il timore è che, una volta cessata l’emergenza-pandemia, ci ritroveremo in piena emergenza-assistenza sanitaria. E a pagarne le conseguenze saranno, ancora una volta, i cittadini più deboli».

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