Alfonso e Carmen, amore in palcoscenico

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di Luana Izzo*

Oggi la nostra rubrica ospita Alfonso Rubini e Carmen Santoro due grandi punti di riferimento del teatro salernitano.

Insieme nella vita e sul palcoscenico: Alfonso, com’è condividere l’arte teatrale e come è cominciato il vostro percorso artistico insieme?

«Quando l’amore incontra la passione o l’interesse culturale si crea una simbiosi perfetta. La mia compagnia teatrale, “Il Mosaico”, stava muovendo i suoi primi passi e venni a sapere che a Capaccio c’era una maestra che insegnava alle scuole materne a cui interessava molto il teatro. La incontrai, ci parlai, e così quella maestrina debuttò per la prima volta con il mosaico in una commedia dal titolo “Se devi dire una bugia dilla grossa”, poi da cosa nasce cosa e.. eccoci qua».

Quando nasce la vostra compagnia teatrale e come mai avete scelto questo nome “Il mosaico”?

«Nel 1982 un gruppo di ragazzi e ragazze si riunirono presso la casa canonica di Capaccio spinti dall’interesse comune verso il teatro: eravamo diversi per età mentalità estrazione sociale ma eravamo uniti dalla stessa passione. Ecco perché decidemmo di chiamarci Il Mosaico: tanti pezzi diversi ma che messi insieme formavano un bel disegno. Mi piace ricordare Adele e Cristina Migliorino, Rosario Marino, Enzo e Marisa Sabia, Marina Marino, Maria Marino, Gino Palladino, Domenico Tanza, Oscar Nicodemo e tanti altri compagni di viaggio di un percorso meraviglioso».

Un percorso che vi ha portato a recitare tante opere teatrali, quali ricordate con più piacere?

«Il percorso teatrale lo iniziammo con i testi di Fayad, passammo poi ai classici di Eduardo infine ad autori contemporanei come Fortunato Calvino, Garinei, Petrolini, Ruccello e tanti altri. Ognuna di queste esperienze teatrali ci è rimasta nel cuore».

Pensate sia importante il network con le altre compagnie teatrali?

«Assolutamente sì. All’inizio del nostro percorso teatrale decidemmo di aprire degli spazi privati data la mancanza di spazi pubblici in cui lavorare ed esibirci ma i costi elevati ci costrinsero a chiudere. Pensammo così, insieme ad altre compagnie, di formare una rete e di aiutarci gli uni con gli altri per farci conoscere e soprattutto per portare in giro il nostro carrozzone teatrale così ogni anno, ospitandoci a vicenda, riusciamo ad esibirci in tante regioni italiane con enorme soddisfazione».

Ogni anno in estate voi organizzate una bellissima rassegna a Paestum dal titolo Sipario Aperto, pronti per la prossima edizione?

«Assolutamente sì. Ogni anno “Il mosaico” organizza la rassegna Sipario Aperto giunta alla XIX edizione. L’evento si svolge nella meravigliosa Piazza della basilica paleocristiana di Paestum che ospita ogni anno compagnie teatrali provenienti da tutta Italia. Progetti per il futuro? «Attualmente abbiamo in cartellone due lavori: uno di Marino – “Gente di facili costumi” -, l’altro invece di Dario Fo e Franca Rame: “Coppia aperta quasi spalancata”. Stiamo già lavorando, inoltre, sia per la nuova edizione della rassegna Sipario Aperto, sia per la partecipazione ad una prestigiosa rassegna che si terrà a Viareggio».

Un aneddoto o un ricordo particolare del vostro percorso teatrale insieme?

«In questo momento, me ne vengono alla mente due: l’incontro con Pupella Maggio con la quale parlammo tantissimo, con lei si interessò a noi e a come facevamo per autofinanziarci non essendo professionisti; l’altro invece, dopo aver recitato un ruolo particolarmente crudo – quello di un usuraio nella pièce teatrale scritta da Fortunato Calvinio dal titolo “Cravattari” -, un signore del pubblico si alzò, mi venne incontro, e mi disse: L’hai interpretata in modo così reale sei stato così tanto cattivo da volerti tirare un pugno!”».

Grazie a voi per questo bell’incontro e in bocca al lupo per tutti i prossimi progetti: ci rivedremo sicuramente a Paestum per la prossima edizione della vostra meravigliosa rassegna.

*Officina teatrale Primomito

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