C’erano una volta i “cadetti”: ora in B gli Under faticano a trovare spazio

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I prospetti del nostro calcio non sembrano più fondamentali per la vittoria del torneo
di Matteo Maiorano – È con ogni probabilità la domanda che più attanaglia tecnici, presidenti e addetti ai lavori ogni qual volta prende il via la stagione cadetta: quali sono le chiavi che aprono le porte del paradiso? A quali traghettatori affidarsi per superare il costoso e stagnante Acheronte cadetto e mirare, con progetti a lungo termine e senza esborsi fuori mercato, all’empireo della serie A? Il quesito tornerà d’attualità nei prossimi mesi, quando le società si troveranno a prendere parte ad un’inedita – ma a tratti conosciuta – corsa ad ostacoli tra iscrizioni e stipendi. In molti, tra tecnici navigati e presidenti, hanno avanzato nel tempo l’idea che per programmare la salita al massimo campionato occorra puntare su un mix di esperienza e gioventù: plasmare, in soldoni, uno spogliatoio in grado di competere ai massimi livelli richiederebbe la presenza di un cospicuo numero di senior, in grado di allentare le critiche nei momenti bui e far scudo nelle avversità, coadiuvati da giovani di prospettiva dotati di corsa e di quel pizzico di sprezzatura fondamentale nei momenti clou. L’analisi fatta sull’attuale stagione evidenzia, però, dati in controtendenza rispetto a quanto appena sottolineato: la categoria degli under 21 è molto meno ricca di elementi in serie B. Il Benevento, primo in classifica prima dello stop causato dall’emergenza sanitaria, ha fatto esordire soltanto due atleti al di sotto dei 21 anni, per un minutaggio complessivo di 10 minuti: trattasi del centrale di origine ghanese Basit e della punta trentina Di Serio. Il primo, classe ’99, ha fatto posto a Del Pinto nei minuti finali nel poker dei sanniti contro il Pescara. L’attaccante 2001 ha fatto il suo ingresso sul rettangolo verde nell’extratime della sfida tra l’undici di Inzaghi e il Pordenone, vinta per due reti a uno dalle Streghe. Tra le squadre in orbita promozione gravita anche il Frosinone: i ciociari hanno fatto esordire tre giovani under: l’ex Avellino Tribuzzi, il difensore di proprietà della Spal, Vitale e la punta di origine salernitana Matarese. Mentre gli ultimi due hanno collezionato uno scarso minutaggio, il trequartista con le vesti da ala Tribuzzi ha preso parte dal primo minuto l’11% del totale delle 28 partite disputate dai Canarini. Meglio, tra le squadre candidate alla promozione diretta, il Crotone: Vrenna ha lanciato, tra i 4 under finora schierati, il promettente Niccolò Zanellato: il centrocampista ha giocato 10 gare, andando a segno nella debacle dei pitagorici contro la Cremonese. La Cenerentola della cadetteria, il Pordenone, vanta un’età media di 28 anni, ma ha fatto debuttare in B diversi prospetti: da Candellone, trascinatore nella promozione dalla C alla B dei friulani, al difensore di proprietà della Juventus Vogliacco, passando per Tommaso Pobega. E la Salernitana? I granata hanno fatto esordire in categoria tre elementi: Patryk Dziczek, Pinto e Maistro. Il primo, fermo ai box per lungo tempo, è stato decisivo nel successo dei granata contro il Crotone in rimonta all’Arechi, con l’assist a Gondo per il temporaneo pareggio granata. Il difensore e l’ex Rieti hanno intrapreso percorsi divergenti a stagione inoltrata. Il primo è difatti approdato al Bari nel mercato di gennaio, mentre Maistro, a suon di prestazioni esaltanti, si è guadagnato la convocazione dell’under 21 azzurra guidata da Paolo Nicolato. La formazione che ha fatto scendere in campo il maggior numero di giovani al di sotto dei 21 anni è però il Pescara. I Delfini hanno in rosa ben quindici prospetti da attenzionare nei prossimi anni: dalla punta Kastanos, di proprietà della Juve, passando per Tumminello, il quale rimanda spesso la consacrazione tra i grandi, finendo a Bettella il quale, come Maistro si è guadagnato la stima di Nicolato con la convocazione nella rappresentativa di categoria. Le giovani leve in Abruzzo hanno sempre trovato terreno fertile: era la stagione 2011-2012 quando l’undici di Zeman scavò una voragine tecnica con il resto della categoria conseguendo la promozione in A. Capocannoniere della rassegna l’allora 22enne Immobile, che con il giovanissimo Insigne mise a segno la bellezza di 46 reti. Senza dimenticare Verratti, che sfornò agli enfants prodige biancazzurri assist decisivi per la A. Per conseguire il successo finale oggi probabilmente non si fa più riferimento ai giovanissimi: il paracadute, istituito nel 2018, permette alle retrocesse dalla A di mettere le mani su un bottino troppo allettante per puntare sui vivai nazionali. I millennials non hanno lo stesso appeal rispetto agli anni scorsi: è il risultato del pessimo lavoro dei vertici nei settori giovanili, dove latitano ormai sempre più prospetti in grado di cambiare il volto di una stagione.
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