Crac Ifil, legale De Luca jr: “Non è socio occulto, accanimento contro di lui”

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Candidato nella lista del PD Partito Democratico Piero De Luca figlio di Vincenzo De Luca presidente della regione Campania

Rinviata al prossimo 5 febbraio la sentenza per bancarotta fraudolenta della Ifil, società ritenuta satellite dell’ex pastificio Amato e coinvolta anche nell’appalto di piazza della Libertà a Salerno, in cui è stato rinviato a giudizio il deputato Piero De Luca. La Procura di Salerno aveva chiesto due anni e due mesi di reclusione per il parlamentare del Pd, accusato di aver usufruito del pagamento, da parte della società poi fallita, di viaggi arei verso Lussemburgo per complessivi 13 mila euro tra gli anni 2009 e 2011 più altri benefit. L’arringa difensiva del legale di De Luca jr, l’avvocato Andrea Castaldo, si è incentrata sul fatto che il deputato non fosse a conoscenza della situazione della società, nemmeno che i biglietti arei venivano pagati dalle casse della Ifil di Mario Del Mese. Per Castaldo, inoltre, De Luca “non è socio occulto” della società e sarebbe vittima di “accanimento” da parte della Procura di Salerno che mise sotto intercettazioni telefoniche anche i familiari dell’indagato. La tesi difensiva ha rimarcato la qualificazione della bancarotta “impropria”. Insieme a Piero De Luca sono coinvolte altre 7 persone: per Luigi Avino sono stati chiesti quattro anni di reclusione, tre anni per Emilio Ferraro, due anni per Marianna Gatto e Valentina Lamberti (mogli di Giuseppe Amato e Mario Del Mese); due anche per Giuseppe Amato; l’imprenditore Mario Del Mese e il cognato Vincenzo Lamberti, invece, hanno richiesto e ottenuto il patteggiamento: sono stati condannati a sette mesi il primo, un anno e sei mesi il secondo.

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