Daniel, il talento Raro è esploso: «Dolce? Lo aspetto in piscina»

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di Matteo Maiorano

In acqua da tre generazioni. E’ la storia della famiglia Gallozzi, che prende vita agli albori degli anni ’50 con una finestra sul porto di Salerno. Nonno Giuseppe, lungimirante imprenditore salernitano, decide di investire in quelle che i soloni della finanza descrivono, oggi, come economie del mare. Di lì a poco il Baronetto (così nominato dalla regina Elisabetta II) sarà riconosciuto quale protagonista dello sviluppo dei traffici marittimi tra Italia e Regno Unito. Joe verrà a mancare nel ’91 e l’attività di famiglia sarà ereditata dai tre fratelli Agostino, Vincenzo ed Enrico. Quest’ultimo, divenuto consigliere delegato della società di famiglia, decide di investire parte del suo tempo nella grande passione chiamata pallanuoto.

La Rari Nantes diventa così il fiore all’occhiello dello sport salernitano, collezionando imprese una dopo l’altra. L’ultima quest’anno, con la promozione in A1 dopo 27 anni. Tra i protagonisti della Vitale, il centrovasca Daniel Alfonso Gallozzi, terzogenito della famiglia, che, dopo aver fatto la trafila delle giovanili, è divenuto uno dei perni di coach Matteo Citro.

In che modo ti sei avvicinato alla pallanuoto?

«La nostra famiglia ha un grande legame con questa disciplina. Quando ero piccolo guardavo spesso gli allenamenti di mio fratello Giuseppe, per anni riferimento della Rari. Lui ha smesso da qualche anno, dopo aver allenato il settore Under-11 giallorosso. Da lui ho appreso il fascino di questo sport: fare squadra è fondamentale, il gruppo è un valore indissolubile».

Dopo 27 anni e una finale play-off al cardiopalma contro Latina, siete tornati in A1. Il massimo campionato è oggi il più importante tra quelli professionistici dopo il trionfo mondiale del Settebello: come approcciate a questo tipo di difficoltà dal momento che molti di voi sono all’esordio in questi contesti?

«Noi più giovani abbiamo la fortuna di avere nello spogliatoio riferimenti assoluti quali Scotti Galletta, Luongo ed Elez. Tre giornate sono estremamente poche per tracciare un bilancio: restiamo umili perché, corazzate a parte, sono convinto che possiamo esprimere il nostro potenziale contro qualsiasi avversario. Il nostro obiettivo è quello di maturare la salvezza nel minor tempo possibile. Giocare in quello che oggi è il campionato più bello del mondo riempie d’orgoglio il sodalizio. Sono molto contento del traguardo raggiunto dalla selezione azzurra e non vedo l’ora di fare i miei complimenti a Vincenzo Dolce. Siamo stati compagni di squadra nelle giovanili e quando ritornerà in città gli stringerò la mano. Poi in piscina sarà partita vera».

Vista derby: la chiamata alle armi in ottica Posillipo?

«Invito tutti i nostri tifosi a sostenerci nella trasferta della Scandone. Dobbiamo giocare tranquilli, anche perché abbiamo messo alle spalle quelli che sono oggettivamente gli impegni più ostici del calendario, contro Brescia e Pro Recco. Sugli avversari c’è poco da dire, sono una formazione estremamente esperta. Partono con i favori del pronostico, ma chissà che non riusciamo a fargli lo sgambetto».

Pensi mai ad un’eventuale convocazione da parte della selezione verdeoro?

«Ho il doppio passaporto, quindi potrebbe accadere. Ma ad oggi sono concentrato sul campionato. Ho fatto parte dell’Under-20 sudamericana, è stata un’emozione molto forte. L’Italia rappresenterebbe il top, ma al Brasile non direi di no, essendo il mio paese d’origine».

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