Pasquale Sacco e il suo “teatro di ricordi”

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La tetraparesi lo costringe sulla sedia a rotelle ma il palcoscenico lo salva

di Luana Izzo*

Abbiamo spesso parlato del potere inclusivo del teatro e di come esso possa essere uno strumento di aggregazione potente oltre che un grande strumento per scoprire meglio sé stessi e superare anche difficoltà, paure. Grazie ai social ho conosciuto da poco una persona speciale che ha fatto del teatro uno strumento di vita: Pasquale Sacco un giovane ventinovenne di Casoria. Mi ha incuriosito la pubblicazione di tante sue foto in scena, pubblicate con il titolo “Un teatro di ricordi”. Abbiamo scambiato qualche messaggio e mi ha raccontato un po’ di sé. Pasquale è nato con un parto difficile, prematuro, e asfissiato. Ne è risultata una tetraparesi che lo costringe quasi sempre in sedia a rotelle, alzandosi a volte con supporti e l’aiuto di tante persone fra cui i suoi splendidi genitori Francesco ed Anna. Mi dice che il suo percorso è stato difficile ma loro lo hanno circondato di forza e amore e insieme hanno formato una squadra vincente. Al liceo grazie ai suoi insegnanti ha cominciato ad avvicinarsi al teatro “Quando sono sul palcoscenico – mi dice – mi sento libero. Non importa se non sono perfetto, in effetti nessuno lo è, ma la mia gioia quando recito è immensa. La diversità è negli occhi di chi guarda e ciò che accade a teatro è qualcosa di unico, io non sono un disabile, sono un attore e il pubblico mi applaude e mi apprezza per questo. C’è chi è magro, chi è grasso, chi sta in piedi, chi seduto, ma sulle tavole di legno siamo dei personaggi pronti a regalare emozioni. Il pubblico me ne ha date tante, anche i miei compagni di avventura con il quale si è instaurato un rapporto meraviglioso, e spero di averne regalate tante anche io”. Sentire parlare Pasquale del Suo teatro, vedere i suoi occhi brillare parlandone, deve farci capire quanto quest’arte, così come tante altre, sia linfa vitale per molti. Ci auguriamo quindi di poter ritornare presto in sala prove, di poter nuovamente calcare le tavole del palcoscenico perché recitare non è un vezzo, è linfa vitale per molti.

*officina teatrale “Primomito”

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