Con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, furto aggravato ai danni della Città Metropolitana di Napoli e corruzione, i carabinieri del Noe di Napoli stanno eseguendo una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 persone. I fatti contestati sono avvenuti nelle province di Napoli, Avellino e Salerno. Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, sono durate circa circa sei mesi. I militari hanno accertato l’esistenza di una associazione dedita allo smaltimento illecito di rifiuti speciali, di provenienza industriale, nell’impianto pubblico di Tufino.
L’indagine, condotta anche con intercettazioni di conversazioni, video riprese e pedinamenti, è iniziata a gennaio 2025 a seguito delle segnalazioni della S.A.P.NA. s.p.a., società interamente partecipata dalla città metropolitana di Napoli che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani della area metropolitana del capoluogo campano, in merito ad anomalie nel trattamento dei rifiuti all’interno dell’impianto di Tufino, nel quale venivano smaltite tipologie di rifiuti di provenienza industriale e dunque estranee al ciclo di raccolta dei rifiuti urbani.
Nel corso delle investigazioni, il Reparto Speciale dei Carabinieri ha accertato l’esistenza di un’associazione che vedeva coinvolte diverse figure professionali tra cui gli amministratori di alcune aziende di rifiuti speciali delle province di Napoli e Salerno, autisti di automezzi adibiti alla raccolta di rifiuti urbani e alcuni dipendenti infedeli dell’impianto di Tufino, che avevano organizzato, nei minimi dettagli, un articolato modus operandi che consentiva loro di smaltire illecitamente rifiuti speciali, di provenienza industriale, nell’impianto pubblico, a spese dell’ente pubblico. L’agire degli indagati era oramai consolidato: gli autisti delle due società, aggiudicatarie di appalti per la raccolta di rifiuti urbani in alcuni paesi vesuviani, fungevano da tramite, tra i produttori di rifiuti speciali e gli operai addetti alla gestione dei rifiuti all’interno dello STIR, nella gestione dell’illecito traffico, finalizzato all’esigenza dei privati di smaltire illecitamente i loro rifiuti, conseguendo un significativo risparmio in termini economici; di contro, consentiva ai dipendenti pubblici di intascare profumate mazzette, in cambio del servizio reso.