Tra il dire e il fare, c’è un “nonostante”

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di Maria Cristina Folino

Classico capovolgimento. Fase 1: tutto chiuso (ma non ermeticamente). Fase 2: “via libera” o quasi, un assaggio della fase successiva. Fase 3: ma la pandemia? Il virus c’è ancora, e chissà se le scelte fatte finora potranno tutelarci in altre fasi. Tralasciando i tira-e-molla politici, le angosce di grandi e piccole imprese, e certi dibattiti sulle… vacanze, un’altra faccia del nostro Paese — e anche del nostro territorio — è quella delle categorie a rischio, dei giovani che osservano l’esempio degli adulti, e della povertà assoluta. Con le tante, imprescindibili contraddizioni che solo un periodo caotico come questo, seguito ad una già ‘non felice’ situazione socio-economica, poteva acuire. Non si può cercare di sorridere e disperarsi insieme: nel mezzo c’è un “nonostante”. Quando tutto sembra andare per il verso sbagliato, si può solo provare ad andare avanti, nonostante gli ostacoli, prendersi il giusto tempo per ripartire; oppure, tentare nuove strade, più o meno sbrigative, senza ponderarle, con l’illusoria convinzione di “aver superato un baluardo”. Il nonostante è sempre stato una strada in salita: e come tale, implica che sia difficoltosa, ma che, a poco a poco, vada sempre più in alto. È quella che percorre chi lotta quotidianamente con la sofferenza. Cos’altro aggiungere?

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