“Acqui”, la lotta al brigantaggio tra il Salernitano e la Basilicata

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di Ferdinando Giordano

La Brigata “Acqui” (oggi importante Divisione con sede presso le città di Capua e S. Giorgio a Cremano), tra il 1861 e il 1864, è stata in prima linea contro il brigantaggio soprattutto nel Salernitano e in Basilicata. Sconfitto e deposto il Regno delle Due Sicilie, i territori furono annessi al nascente Regno d’Italia.

Questo portò il nuovo Stato verso una guerra civile lasciando sul campo migliaia di morti da ambo le parti. La “Acqui” (al comando del Maggior Generale Alessandro Teresio Rocci) scese dall’Emilia sul finire del 1861 con i suoi reggimenti (17° e 18°). L’accampamento era situato nel vecchio Monastero della Madonna delle Grazie (zona Seminario). Nel tempo libero, alcuni ebbero occasione di visitare il celeberrimo archivio della Badia di Cava de’ Tirreni. Egli si avvaleva anche di depositi (uffici amministrativi, matricolari, di gestione materiale e di mobilitazione) come San Severino e Nola. I feriti venivano inviati e curati presso l’Ospedale Militare Divisionale di Cava. Morto il Generale Rocci per malattia (ottobre 1861), il comando passò al Colonnello Michele Scano. Uno dei primi atti di guerra fu contro il famoso brigante Carmine Crocco e lo spagnolo Josè Borjes (novembre 1861).

Anche nelle vicinanze della città vennero inviati drappelli di uomini per stanare numerosi focolai di resistenza come in alcuni paesi della Costa d’Amalfi (Maiori). Nel frattempo il Colonnello Mario Disma Schiaffino venne designato quale nuovo comandante (30 settembre 1863). Salerno fu il crocevia tra Napoli e le zone di guerra. Il municipio varie volte si adoperò nel somministrare della paglia per i soldati di bassa forza e pagare le locande che ospitavano gli Ufficiali. Intanto nel giugno 1863 avvennero i primi imbarchi verso il nord. Passata la breve parentesi a Potenza i reparti rientrarono nel capoluogo verso dicembre. Gli episodi bellici non mancarono: nel mese di febbraio gli uomini della “Acqui” erano all’inseguimento delle bande “Masini” “Edigione”.

I ribelli, dopo aver oltrepassato il Bradano, per inoltrarsi nel territorio tarantino, subirono l’attacco e si dispersero. Un giornale dell’epoca (Il Corriere Mercantile) a riguardo della brigata scrisse: ...è fra quelle che furono più esposte ai pericoli che trave seco la persecuzione dei briganti. 

Ebbe molti morti negli scontri fra cui un Tenente che preso in una imboscata fu martirizzato incidendogli sul nudo petto, a punta di pugnale, la “croce di Savoia”. Prima di rientrare a Salerno (23 marzo) il comando era a Marsiconuovo in provincia di Potenza. Un mese dopo ebbe l’ordine di mobilitarsi in attesa d’imbarco da Napoli a Genova proseguendo verso Campo San Maurizio, Torino. Inizialmente partirono le truppe del 17° seguiti dal resto nel mese di luglio concludendo l’esperienza meridionale contro il brigantaggio postunitario.

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