Batosta all’Arechi

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di Matteo Maiorano

Debacle a tinte granata. La Salernitana esce a testa bassa dal proprio stadio al cospetto del Pescara di Pillon, che ottiene tre punti fondamentali per la corsa alla promozione diretta. Un risultato impietoso che rispecchia però l’andamento di una sfida che nella ripresa ha visto dominare gli abruzzesi.

Ciò che fa riflettere è che la Salernitana getta alle ortiche l’occasione di tornare nelle zone nobili della classifica, dopo il doppio vantaggio iniziale firmato da Pucino e Vitale, esterni non nuovi a decidere sfide in bilico fino all’ultimo. Il primo di testa ed il secondo dal dischetto sembravano aver messo sui binari giusti la sfida e aver finalmente messo la parola fine al periodo nero iniziato a novembre, che ha visto la Salernitana esultare soltanto tra le mura amiche contro il Foggia.

Invece nulla da fare: il Pescara manda agli archivi la prima frazione già sul due a due. Chiedeva coraggio Gregucci prima della sfida e probabilmente le dichiarazioni sono state ripetute nello spogliatoio granata. La qualità però è venuta a mancare proprio nei secondi quarantacinque minuti, mentre i biancazzurri, rinvigoriti dopo le marcature di un Mancuso in giornata di grazia, iniziavano a pregustare un capodanno da secondi in classifica.

Nella ripresa l’undici di Pillon, sceso in campo con maggiori motivazioni, trova il gol del definitivo sorpasso con il suo bomber, quel Mancuso che rende amarissimo lo spumante dell’ultimo dell’anno con Micai impietrito a raccogliere il pallone in fondo al sacco. Quasi fosse uno scherzo del destino, dal momento in cui le bocche di fuoco granata sono ormai ferme da diverse giornate. Una sconfitta che lascerà conseguenze importanti: per Gregucci c’è tanto da lavorare.

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