Adriano De Falco: «Il turismo? Non si può reinventare Si deve ripartire da piccoli gruppi locali»

0
385

di Erika Noschese

Sono le guide turistiche le figure professionali più colpite dall’emergenza Coronavirus. L’arrivo della bella stagione avrebbe infatti permesso di guadagnare tanto quanto basta per sopravvivere tutto l’anno, soprattutto quando si punta al turismo internazionale. Ma quest’anno, gli stranieri potrebbero essere impossibilitati a raggiungere il Belpaese e la città capoluogo nei mesi clou. A fare il punto della situazione Adriano De Falco, titolare della casa vacanze “Il Duomo” ed escursionista di professione, con le attività legate al trekking.

Come si sta vivendo questa situazione?

«Al momento è tutto fermo, tutto bloccato. Io lavoro sia con i clienti diretti, italiani e locali sia con le agenzie, clienti stranieri per le escursioni. Il mercato estero è chiuso, forse se ne parla il 2021o al massimo in autunno, se dovesse muoversi qualcosa ma il grosso è fermo, non c’è lavoro e anche se dovesse iniziare di nuovo la vita normale c’è un determinato mercato, quello legato ai voli e all’estero, bloccato ed è fuori il turismo internazionale. Io ho anche delle case vacanze e per quanto riguarda la ricettività, sulle piccole strutture, potrebbe avere un piccolo sbocco più in là, fra qualche mese, soprattutto per le case vacanze dove non c’è promiscuità. Le persone potrebbero prediligere questo tipo di struttura, rispetto ad alberghi o B&B perché hai comunque una struttura a disposizione. Sarà un turismo di prossimità, fatto da italiani: campani stessi o regioni limitrofi come Lazio, Molise, Abruzzo, Puglia, Basilicata. Questo è lo scenario che immagino quando si potrà viaggiare ma al momento non c’è ancora nulla di concreto. Per quanto riguarda le escursioni con gli italiani, potrebbero essere realizzate, fra qualche mese, con piccoli gruppi di persone, non più di 10 persone, distanziate e senza sfruttare, ad esempio, il carsharing che permetteva di far arrivare più persone allo stesso punto. Adesso, non ci sarà più la possibilità di offrire questo servizio e di condividere il viaggio».

E’ un periodo particolare che coincide con l’inizio dell’estate. Si può fare un resoconto di quanto sta perdendo il settore?

«Bisogna considerare che un professionista come me può perdere intorno, come fatturato generale, dal 16mila ai 25mila euro, ciascuno di noi. Basta immaginare quante guide ci sono e si arriva a milioni di euro, solo per questo. E’ un anno di lavoro che se ne va e non ci sono altre possibilità. Si spera di ammortizzare con queste piccole iniziative che ho elencato».

Come può reinventarsi il tuo settore? I tour da remoto potrebbero essere una soluzione?

«Non credo proprio, il turismo viene vissuto sui territori dalle persone. Il turismo non si può reinventare, si può solamente aspettare tempi migliori, non ci sono altre possibilità e queste cose possono essere solo dei palliativi. Ci siamo inventati queste dirette su facebook, raccontiamo i territori ma sono iniziative finalizzate a tener vivo il nostro pubblico, la nostra clientela, quelle persone ancora legate a noi altrimenti ci si dimenticherebbe gli uni degli altri e così invece si mantiene un legame con le persone».

Anche il turismo cambia: si riparte dal distanziamento sociale, dai piccoli gruppi…

«Sì, sarà fatto così, non ci sono alternative. Vedremo come andrà ma voglio augurarmi che ci sarà un po’ di movimento, qualche attività. La mia prospettiva è legata alle escursioni con i locali e forse con la casa vacanza posso ripartire ma nel mese di settembre perché non credo che a giugno si riapra».

Le misure messe in campo dal governo centrale aiutano?

«E’ ovvio che, a fronte di nessuna entrata, stiamo avendo poche uscite ma questo vale per le guide turistiche ma bisogna ottemperare ad una serie di necessità. Tra i 600 euro dello Stato e un aiuto dalla Regione – se viene confermato anche un altro aiuto dallo Stato – si sopravvive perché non stiamo parlando dei nostri introiti di questo periodo. Considera che noi non lavoriamo tutti i mesi ma nel periodo clou – come questo – guadagniamo per i mesi in cui non lavoriamo, funziona così la gestione economica delle nostre vite. Al momento, non sappiamo quando possiamo ripartire. Io sono in una posizione forse più favorevole perché avendo contatti con molti italiani e tanti piccoli gruppi potrei ritornare a fare qualche escursione, ci sono tanti che si sono affidati alle agenzie straniere e loro non lavoreranno. Vivo con un minimo di ottimismo ma la situazione è difficile».

Si riparte dal turismo locale…

«Sì, più locale che quello nazionale, secondo me, con piccoli spostamenti di pochi giorni magari».

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here