Amatori e amanti della palla a spicchi sognando il professionismo

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di Matteo Maiorano

Obiettivi fuori dal parquet. A Cava de’ Tirreni il basket è più di un fenomeno sociale. Presso la società che, da ormai un lustro, porta avanti patron Maddalo sono nate quest’anno scuole di minibasket e squadre per le diverse fasce d’età fino all’Under 18. Un progetto ambizioso che avvicina al movimento della palla a spicchi quasi 50 tesserati.

C’è poi da considerare gli amatori iscritti al campionato Uisp, che di abbandonare le palestre non ne vogliono proprio sentire parlare. Per il presidente Emilio Maddalo il successo in trasferta della prima squadra contro il Flavio Bk Pozzuoli (il terzo in altrettante uscite stagionali) va inquadrato in quella che è ormai una vera e propria rete sociale, che partendo dalla prima squadra punta a ritagliarsi i propri spazi nel tessuto sociale cavese.

Dopo tre vittorie in altrettante gare, la squadra deve ancora lavorare su alcuni punti o può dirsi pronta per affrontare le big della categoria?

«L’ultima partita a Pozzuoli ha fatto registrare passi in avanti sotto il profilo del gioco. La preparazione svolta con Andrea Di Pino sta dando i suoi frutti. I ragazzi erano vivaci anche a fine partita: sono state migliorate la difesa e la tenuta atletica. Sono soddisfatto anche perché nelle prime partite solo il tasso tecnico di alcuni giocatori ha fatto in modo che arrivassero le vittorie. Essendo le prime gare non si poteva pretendere spettacolo. Il nostro preparatore atletico (lo stesso Di Pino, NdR) ha lavorato molto su quella che è la forza e l’esplosività della squadra. Sono ancora evidenti i carichi di lavoro ma questo è un programma che ci darà modo di avere risultati a lungo termine».

Dopo tre giornate è possibile tracciare un bilancio del campionato?

«Rispetto allo scorso anno vi è maggiore equilibrio. Le uniche “fuori quota” sono Benevento e Sala Consilina, che vantano un roaster molto attrezzato in tutti i ruoli. Marigliano, Parete, Folgore e Potenza credo possano rappresentare delle sorprese. Il big match tra Benevento e Potenza, sotto questo punto di vista, sarà indicativo».

Che ruolo giocherà il roaster metelliano?

«Cava è una squadra che colloco appena dopo le big. Abbiamo, sia tecnicamente che fisicamente, tutto quello serve per poter fare un buon campionato e magari sbaragliare la concorrenza ai play-off».

Per coach Senatore cambiano i ruoli ma non lo spogliatoio…

«Il coach è un vecchio/nuovo riferimento per noi. Pochi mesi fa era cestista, oggi non dev’essere facile indossare la cravatta. I ragazzi si sono stretti intorno a lui. E’ un gruppo compatto».

Superate le problematiche relative all’impiantistica, quali sono gli obiettivi?

«Abbiamo ottenuto l’omologazione della palestra fino al 2022, ciò ci consente di stare tranquilli. Poi dipenderà dalla Federazione, se le regole non cambieranno sarà rinnovata l’omologazione per un tempo ulteriore. Se la Fip tira fuori vincoli noi dovremo fare degli adeguamenti. Siamo penalizzati dovendo giocando in strutture che definirei scolastiche, non idonee per ospitare campionati semi-professionistici. Vorremmo avere un campo in parquet per fare il salto di qualità come società. Oggi come oggi il Cava Basket è limitato a restare in Silver».

La creazione della scuola di minibasket riveste la società di responsabilità…

«Stiamo lavorando alacremente da 5 anni sulla formazione dei ragazzi. Prima di noi nessuno aveva pensato a un programma così ampio partendo dai bambini. Si faceva solo e soltanto la prima squadra: non a caso le società precedenti dopo qualche periodo di attività cessavano. Noi vogliamo dare una continuità costante con gli Under, a partire dal Minibasket all’U18. Contiamo 50 tesserati tra prima squadra e fasce minori, mentre altri 20 atleti sono associati tramite la squadra amatoriale, che prende parte al campionato Uisp, nel quale gareggiano coloro che non hanno velleità sportive».

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