I miracoli di San Matteo

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di Michele Di Popolo

Numerosi e affascinanti sono i miracoli legati alla figura di San Matteo, per aiutare e proteggere la città di Salerno.

Il miracolo della manna. La santa manna è un liquido chimicamente assimilabile all’acqua pura, che può trasudare da reliquie di santi o da immagini sacre, apparentemente senza spiegazione. Si narra che il giorno della traslazione delle reliquie di San Matteo da Capaccio a Salerno, avvenuta il 6 maggio del 954, dal corpo del Santo sgorgò un liquido miracoloso. Da quell’evento, ogni anno, venne raccolta la miracolosa secrezione, durante l’anniversario della traslazione e durante la festa patronale del 21 settembre. Il liquido, nel caso fosse stato abbondante , avrebbe garantito un periodo di pace e prosperità. Il miracolo cessò di rinnovarsi nella metà dell’800 ma, ancora oggi, sotto l’altare dedicato al Santo nella cripta del Duomo, è conservata l’urna dentro la quale si raccoglieva la manna.

Il miracolo dei leoni del duomo. Uno dei miracoli più suggestivi legati alla figura dell’Evangelista è, senza dubbio, quello che riguarda i due leoni di pietra, rappresentanti la forza e la carità della Chiesa, che stanno di guardia alla porta d’ingresso della Cattedrale salernitana. Tra l’861 e l’880, Salerno fu spesso minacciata da violente incursioni saracene. Si narra che durante un assedio saraceno i pirati riuscirono a penetrare quasi all’interno del Duomo. Giunti dinanzi al portone d’ingresso però, trovarono ad attenderli i due leoni di pietra che, grazie all’intercessione del Santo, avevano preso vita. I leoni attaccarono i saraceni che non poterono far altro che fuggire.

La leggenda del povero Enrico. Protagonista di questa storia è Enrico, un giovane principe tedesco. Purtroppo Enrico rimase contagiato dalla lebbra, che lo sfigurò. Nel tentativo di guarire si recò a Salerno con la speranza di essere guarito dai famosi medici salernitani. Giunto a Salerno, insieme ad Elsie, figlia di un nobiluomo innamorata del principe, non poté essere ricevuto dai medici, perché impegnati nella cerimonia del giuramento d’Ippocrate, tenuto dai neolaureati presso la chiesa di San Pietro a Corte. Nell’attesa di poter avere un consulto, Enrico si recò sulla tomba dell’Evangelista Matteo. Mentre era assorto nella preghiera, il Santo gli concesse la grazia, la malattia abbandonò il suo corpo ed anche i segni della malattia sparirono. Travolto da una grande gioia, Enrico ed Elsie si sposarono festeggiando le nozze tra le strade della città.

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