Antiquitates Langobardae, il primo libro di Capacchione e Palo

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di Marcello D’Ambrosio

Nati rispettivamente nel 1994 Antonio Palo e nel 2000 Luca Capacchione, entrambi originari di Montecorvino Rovella, in provincia di Salerno, hanno da poco dato alle stampe il volume “Antiquitates Langobardae“. La carriera professionale di ciascuno, nonostante la giovane età, vede notevoli impegni sia nell’ambito culturale che nell’ambito istituzionale. Collaborano su più fronti da quasi cinque anni unendo le conoscenze storico-archeologiche di Antonio, laureato in Archeologia presso l’Università Orientale di Napoli e di diritto di Luca, laureando in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Insieme hanno dato vita cinque anni fa al Picentia Short Film Festival e sono colleghi presso la Camera dei Deputati in qualità di Rappresentanti di Interessi. Separatamente Antonio si è dedicato alla divulgazione scientifica e a progetti concernenti il suo percorso di studi; Luca collabora nell’ambito redazionale con numerose testate da quasi sette anni e ha visto la sua formazione scolastica intrecciarsi con quella istituzionale sempre alla Camera. Dal 2021 sono anche scrittori con il loro primo libro.

Com’è nata l’idea di questa pubblicazione?

“L’idea è frutto di notevoli studi pregressi, soprattutto presso i vari archivi presenti in Provincia di Salerno. L’età medievale ha sempre avuto una connotazione oscura, negativa e spesso mal considerata e la storia di molti territori, soprattutto di Montecorvino Rovella, di cui siamo orgogliosamente figli, è stata ignorata o mal interpretata da autori del passato attraverso un’errata traduzione delle fonti. In verità non era ancora stata prevista una esplicazione organica dell’ordinamento giuridico longobardo, soprattutto dal punto di vista “costituzionale”. Con un occhio al territorio e grande importanza alle fonti, abbiamo deciso di coniugare l’età longobarda e guardarla sotto plurimi aspetti, scrivendo di cose praticamente inedite”.

Con la vostra ricerca che avete condensato nel vostro libro, avete rilevato elementi significativi ignoti della storia di Montecorvino Rovella e del territorio?

“Sicuramente sono stati chiariti più aspetti. Il primo è relativo alla corretta interpretazione delle fonti sulla storia di Montecorvino Rovella chiarendo anche i corretti passaggi che hanno portato dalla dominazione longobarda a quella normanna; il secondo è relativo all’organizzazione data al territorio e alla popolazione attraverso un procedimento giudiziale di accertamento di origine longobarda di cui abbiamo ancora conservate le tracce scritte. Non indifferente è stata la ricostruzione in 3D del castello Nebulano, a cura di Marco Picardo dell’Università degli studi della Basilicata, che ci ha permesso, dopo numerosi rilievi, di rivedere le splendide forme e l’imponenza originarie di quello che potremmo definire un vero e proprio fortino. La nostra ricerca, oltre a consolidare notizie incerte, accende nuova luce su aspetti e campi ancora inesplorati che hanno lasciato notevoli impronte sul nostro territorio”.

Come state distribuendo il vostro libro? Avete altre iniziative in cantiere?

“Il libro è in distribuzione sugli store online, sul sito dell’editore “Centro culturale studi storici Il Saggio” (cui va un grande ringraziamento) e presto sarà in alcune librerie di cui pubblicheremo lista aggiornata sui social e sul sito ufficiale dedicato al libro. Non appena sarà possibile faremo alcune presentazioni in presenza, per le quali abbiamo già alcune prenotazioni. Purtroppo la pandemia ha rallentato i ritmi di produzione e distribuzione editoriale. In cantiere c’è già un nuovo libro, sempre congiunto, più ampio. Possiamo però solo anticipare che l’età di riferimento sarà quella della caduta dell’impero romano, il contenuto lo teniamo ancora per un po’ riservato”.

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