di Roberta Memoli
Dalle Alpi agli Appennini per la gioia di grandi e piccini, che siano frappe, frittole, cenci, bugie, chiacchiere, galani o crostoli, ecco il dolce che, per antonomasia, è sinonimo del Carnevale.
L’origine delle chiacchiere risale all’epoca romana quando si preparavano dei dolcetti chiamati “frictilia”, fatti in casa e poi fritti nel grasso del maiale per festeggiare i Saturnali (festività che corrisponde al nostro Carnevale). Ma a me piace ricordare anche la storia delle chiacchiere napoletane che la Regina Margherita Savoia fece preparare al cuoco di corte, Raffaele Esposito, per allietare lei e i suoi ospiti proprio per un pomeriggio di “chiacchierate”… Ora, visto che di chiacchiere se ne fanno già tante io direi, quest’anno, portate avanti le tradizioni… E i chiacchiere mangiatavell’!
Ingredienti.
- 400 gr di farina
- 50 gr di zucchero
- 50 gr di burro
- 2 uova
- 50 ml di vino bianco secco
- Un pizzico di sale
- Olio di arachidi qb per friggere
Procedimento. In una ciotola capiente mettiamo tutti gli ingredienti e lavoriamo fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico che dovrà riposare per 30 minuti avvolto nella pellicola. Stendiamo col matterello una sfoglia sottile che taglieremo a strisce. Friggiamo in abbondante olio di arachidi.