Climbing house, «così si scala la roccia»

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di Matteo Maiorano

«Costiera Amalfitana luogo ideale per esercitarsi. Quella di Salerno è una provincia ricca di siti interessanti». Oreste Bottiglieri, esperta guida alpina, gestisce da tempo una scuola di climbing nel comune di Cava de’ Tirreni: conosce bene i trucchi della disciplina che da anni sta riscuotendo un grande successo, soprattutto tra le giovani generazioni.

L’arrampicata viene da molti ritenuto uno sport estremo…

«Assolutamente no. E’ una disciplina che negli ultimi anni si sta diffondendo sempre più anche tra i bambini e viene effettuata con tute le misure di sicurezza. Ci sono tipologie di arrampicate riservate ad una nicchia composta da alpinisti che presuppongono un’esperienza maggiore. Lì c’è un rischio maggiore ma c’è da tener conto che parliamo di professionisti; il climbing sportivo non rientra in questo discorso. E’ un’attività riconosciuta dal Coni e nel 2020 per la prima volta sarà presente alle Olimpiadi».

Come nasce la Climbing House di Cava de’ Tirreni?

«E’ una realtà esistente da ormai più di 30 anni nel comune metelliano. Siamo partiti in pochi soci, man mano grazie all’ausilio del social e ai mezzi di comunicazione lo sport è si è fatto conoscere. Adesso in Campania ci saranno intorno ai 2000 arrampicatori. La nostra scuola è composta da 100 iscritti che praticano l’arrampicata sia su roccia naturale che su pareti artificiali. I corsi li svolgiamo presso una sala d’arrampicata sita a Marcianise, mentre a Cava de’ Tirreni c’è una sala dedicata agli allenamenti per i più esperti.

Quali son i costi per chi vuole apprendere le tecnica di una buona scalata?

«Un corso su roccia naturale costa intorno ai 150 euro e ti insegna le basi della disciplina. I corsi in montagna sono diretti da una guida alpina, che è l’unica figura professionale riconosciuta per l’accompagnamento in ambiente naturale; i corsi svolti su strutture artificiali sono tenuti da istruttori della federazione e con 100 euro si riesce ad acquisire le tecniche fondamentali per la scalata indoor. Le attrezzature necessarie sono casco, scarpette specifiche, imbracatura fondamentale per la sicurezza e moschettoni.

Che tipo di preparazione va fatta dal punto di vista mentale?

«Come ogni altra disciplina che presuppone concentrazione, necessita di esperienza. All’inizio è necessario farsi accompagnare da esperti con cui svolgere le diverse manovre con precisione e in tutta sicurezza».

Qual è il tipo di arrampicata più difficile?

«Io sono una guida alpina e la mia attività muove dall’arrampicata sportiva fino all’alpinismo. Personalmente ho scalato pareti anche sulle Alpi, sul monte Bianco. Per quanto concerne l’arrampicata sportiva ho scalato itinerari fino al grado 8. La valutazione della difficoltà non si dà in base ai metri: sono molteplici i fattori da tenere in considerazione, come la grandezza degli appigli e inclinazione della parete. L’outdoor inevitabilmente presenta maggiori difficoltà».

In quali parti della provincia è possibile praticare il climbing?

«I siti sono 50. Ogni luogo dispone di un certo numero di itinerari. I più indicati sono quelli della Costiera amalfitana, come Capo d’Orso e Punta d’Aglio, nel comune di Scala. A Salerno città non abbiamo spazi ma il monte San Liberatore, al confine con la vicina Cava, rappresenta un punto molto interessante».

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