Dalla parte dei più deboli

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di LUANA IZZO*

Con enorme piacere oggi ospitiamo Noureddine Halloumi, giovane ingegnere aerospaziale, oggi studente specializzando. Diplomato in un’accademia di teatro-arte, Halloumi ha lavorato con i suoi maestri per diversi anni, condividendo la passione del teatro con suo fratello Ayoub.

Dopo l’arrivo in Italia, a Scisciano, per stare con tuo padre all’età di undici anni, mi hai raccontato quanto non sia stato semplice integrarsi in Italia…

«Giusto. Per me e mio fratello Ayoub non è stato semplice lasciare il nostro Paese ed integrarci in Italia, in un luogo dove all’epoca poi erano pochi gli stranieri: lingua diversa, religione diversa, pelle scura, carattere introverso.. tutti questi particolari mi indicavano come diverso e spesso sono stato vittima di discriminazione, ecco perché ho utilizzato il teatro come strumento per raccontarmi e raccontare soprattutto la società, in particolare i più deboli. Un teatro sociale, di denuncia, che possa essere formativo soprattutto per i più giovani e di riflessione per gli adulti».
Hai debuttato da poco con uno spettacolo scritto, sceneggiato, diretto ed interpretato da te e tuo fratello. Parlaci di”Libero Negro”.
«Questo spettacolo nasce dall’input che ci hanno dato i nostri maestri, ci hanno infatti invogliato a produrre qualcosa di nostro, a camminare solo con le nostre gambe. “Libero negro” parla della schiavitù del 1600, indagandone in modo coinvolgente e non pesante le mille sfaccettature. Gli schiavi avevano inizialmente un contratto di schiavitù che durava circa quattordici anni ma, attraverso l’escamotage di un proprietario terriero la schiavitù è diventata schiavitù a vita».
Se dovessi sintetizzare lo spettacolo in una frase?
«Sarebbe sicuramente la seguente: “La gente parte perché lo deve fare, per trovare qualcosa di meglio”. Oggi come centinaia di anni fa si parte per costruirsi un futuro migliore e non possiamo giudicare o puntare il dito contro nessuno, tutti hanno il diritto e il dovere di migliorarsi, di costruire una vita migliore. La libertà di un individuo finisce dove inizia quella dell’altro».
Progetti futuri?
«Sicuramente proseguire gli studi ma mai abbandonare il teatro: mi piacerebbe tanto diventare un professionista del settore ma è molto difficile vivere di arte. Sicuramente il teatro continuerà ad essere un punto fermo della mia vita».
*officina teatrale Primomito

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