Dimmi quale cover hai e ti dirò chi sei

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di Clemente Donadio

Di curiosità al mondo d’oggi ce ne sono davvero tante. Il mondo della tecnologia si sviluppa sempre di più. L’affermazione più solita che ascoltiamo, quando ci ritroviamo davanti agli occhi una nuova creazione da algoritmi e fili che si trecciano, è “grandi i cinesi”. Computer sempre più aggiornati, robot che fanno le pulizie e un “Ok Google” che fa le cose più semplici al posto tuo.

Ma sono i cellulari, quelli senza i quali non riusciamo più a vivere. Li custodiamo come se fossero figli. Sono i primi a cui diamo il buongiorno e gli ultimi ai quali auguriamo la buonanotte, coricandoli sul nostro comodino e dando loro anche una carica in più. Li decoriamo in ogni dettaglio e grazie alle cover, doniamo al nostro smartphone un aspetto diverso. Vogliamo sia il più particolare possibile. Secondo alcuni studi, uno degli accessori più cari di ultima generazione è la custodia per lo smartphone. E, ovviamente, anch’essa deve essere di ultima generazione.

Non è una questione di sola compatibilità del proprio cellulare ma anche di “bell’aspetto” per essere sempre più chic quando poggiamo il cellulare all’orecchio. E se la phone case fosse diventata ancora più utile al di là della semplice ma al tempo stesso importante protezione? Spesso, quando acquistiamo un cellulare di ultima generazione, esprimiamo sarcasticamente “Ci manca solo che faccia il caffè”. Ridendo e scherzando, è la cover che può esaudire questo desiderio. Non si tratta del solito modo di dire ma di Mokase, la cover in cui si inserisce una cialda usa e getta per preparare il caffè. Sei in giro e non c’è un bar nei dintorni? Non c’è da temere, la tua cover ti può aiutare.

Ne hanno inventate di ogni tipo, dalla Prynt che stampa le fotografie alla Selfly, una cover che fa da drone per le inquadrature sempre più all’avanguardia e ad alta quota. Fino ad arrivare alla RokShok, quella che ha uno scompartimento segreto per nascondere l’anello di fidanzamento, dotata anche di una camera per inquadrare la reazione di chi dirà di si o forse no.

Un fan del Game Boy non avrebbe mai immaginato che il tanto amato videogioco dell’infanzia sarebbe diventato non solo cover ma avrebbe anche permesso l’utilizzo vero e proprio del video gioco. Da un lato chiami e messaggi, dall’altro giochi e ricordi i tempi passati quando quel videogioco era il tuo pane quotidiano. C’è da dire che vi è proprio l’imbarazzo della scelta.

Per i nostalgici, per i più chic e per i più pigri, ogni cover per qualsiasi esigenza. Ormai risulta tutto particolarmente semplice. Un vero e proprio mondo tra le mani che possiamo abbellire e rendere utile in qualsiasi modo. Siamo nel 2019, chissà se tra dieci anni ci sarà la cover che lava anche i denti.

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