La “Dispensa dell’Oste”: una golosa tappa a due passi dall’antica Pompei

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A due passi dal Santuario, nel cuore della Pompei religiosa, ma nemmeno troppo distante da quella vocata al turismo archeologico, Giuseppe Sorrentino gestisce con cura e premura la sua “Dispensa dell’Oste”. L’ambiente è raccolto, l’atmosfera curata ma senza troppe pretese e fronzoli, così come la cucina, ispirata ai sapori della tradizione locale e campana. Ben distante, però, dall’essere un locale turistico: lo si nota bene sfogliando la carta, tanto nelle salette interne, che si prestano particolarmente ad un pranzo o ad una cena durante la stagione fredda o, ancor di più, nel patio esterno, un giardinetto che evoca vagamente, ma rinnovandosi nei tempi, la storia di un locale che già nel secolo scorso, quanto Pompei si iniziava ad aprire al turismo internazionale, accoglieva visitatori da ogni dove, desiderosi di assaggiare le pietanze della tradizione campana.

Che tornano, oggi, in carta, in chiave rivisitata – ma non troppo – con un menù incentrato su sapori autentici e stagionalità, lontano da sensazionalismi e artefazioni. E così si può iniziare il pasto spaziando dal mare – una “nicchia” è riservata anche agli amanti di un crudo all’italiana e senza eccessi – alla terra. Ma è nei primi piatti che la dispensa pompeiana per eccellenza sa esprimersi al meglio, con uno stile godurioso, appagante e casereccio, seppur non eccessivamente: l’adattamento ai tempi che corrono è stato, infatti, necessario, ma non tanto da lasciarsi sfuggire il piacere di presentare piatti a base di pasta rigorosamente fatta in casa che va ad accompagnare ed impreziosire i prodotti del pescato del giorno.

Materia prima, quest’ultima, che ricorda quanto il Golfo di Napoli, florido, fertile e pescoso, sia ad un tiro di schioppo. In autunno troneggiano gli gnocchetti fatti in casa con zucca, calamari e nocciole di Giffoni tostate, ma anche i rigatoni alla genovese, per gli amanti della classicità partenopea, che assume un tocco ulteriore di creatività in piatti rivisitati come la pasta e patate al forno con chips di patate e fonduta di provolone. Ma ecco che, infatti, trovano, spazio, sulla base della disponibilità giornaliera, anche piatti di terra, espressione dell’altra anima del territorio campano e, soprattutto, di quello vesuviano: davvero piacevole la tagliata di salsiccia a punta di coltello con i friarielli napoletani, che è un vero e proprio must per gli appassionati del genere. Si può osare, però, anche un po’ in più con la pancia di maiale affumicata cotta a bassa tempratura o con il filetto di maialino con stick di patate fresche, scarole, capperi ed olive disidratate. Piatti, questi, ben innaffiati da etichette principalmente del territorio, in una cantina che, complessivamente, sa, però, guardare anche oltre.

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